Il riferimento alla «storia di speranza»
Nell'omelia, il vescovo Tomasi ha fatto riferimento alla «storia di speranza che non trova compimento in nessuna delle grandi capitali del tempo, ma a Betlemme di Giudea, patria del re Davide, piccola e grande al tempo stesso, povera e ricca. In quella Betlemme che oggi non è più luogo di gioia, ma è vuota e spettrale, soffocata da una guerra insensata. Ma, lo preghiamo dal profondo del cuore - ha sottolineato - non disperata, anche se contro ogni evidenza». Per il vescovo, con il Natale «questo nostro incontro, e ogni luogo della nostra esistenza in cui ci incontreremo per far spazio alla pace sarà per noi Galilea delle genti, e sarà per noi Betlemme. E la nostra città sarà luogo accogliente e amico, e tutti insieme saremo comunità di fratelli e sorelle, che imparano insieme ad amare».