Leandro Bennato, condannato a 20 anni per rapimenti, sevizie e droga: il processo riguardava tre sequestri lampo

Violenze per recuperare lo stupefacente, una delle vittime morta dopo la liberazione

Martedì 16 Aprile 2024 di Val. Err.
Leandro Bennato, condannato a 20 anni per rapimenti, sevizie e droga: il processo riguardava tre sequestri lampo

Si chiude con una condanna a 20 anni per Leandro Bennato e a 19 anni e quattro mesi per Elis Mancinelli il processo con rito abbreviato per la catena di sequestri partita dopo il furto di 107 chili di cocaina a Gualtiero Giombini, l'uomo che custodiva la droga per conto di Bennato e Mancinelli, indagati per le torture subite dall'uomo.

Le accuse erano sequestro a scopo di estorsione e detenzione di stupefacente ai fini di spaccio. Una sentenza che accoglie l'impianto accusatorio dei pm Giovanni Musarò ed Erminio Amelio. Condannati anche i cinque responsabili del furto, organizzato, tra l'altro, da un ex carabiniere.

LA VICENDA

Nell'inchiesta, coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia a Bennato, indagato anche come mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli e arrestato lo scorso aprile dai carabinieri del nucleo Investigativo, si contestano tre diversi sequestri di persona commessi tra novembre e dicembre del 2022. Rapimenti lampo per recuperare l'ingente quantitativo di droga rubata a Giombini. Inserito nel contesto criminale attivo nella zona di Casalotti e Boccea, insieme a Mancinelli aveva affidato la droga a Giombini che dopo il furto è stato sequestrato, segregato per giorni all'interno di una baracca, privato degli abiti nonostante le temperature rigide, picchiato ripetutamente e bruciato con la fiamma ossidrica, perché rivelasse informazioni utili sul furto e i suoi autori. L'uomo sarebbe stato liberato solo dopo aver indicato il nome di Cristian Isopo come uno dei responsabili del furto. Giombini morirà poche settimane dopo essere stato sequestrato. Secondo l'atto d'accusa dei pm, Bennato ha agito quale «mandante del sequestro» e «regista» di tutte le fasi esecutive, «dal momento in cui Giombini veniva privato della libertà personale, fino al momento della sua liberazione, disposta dallo stesso Bennato solo quando accertava che Giombini non poteva fornire ulteriori informazioni per consentire il recupero della droga sottratta». Il passo successivo era stato il sequestro di Isopo, rimasto per dodici ore all'interno della stessa baracca in cui era segregato Giombini, legato ad una sedia con fascette da elettricista e picchiato ripetutamente fino a quando ha ammesso il furto e assicurato che avrebbe restituito 77 chili di cocaina sottratta. Il terzo sequestro ha avuto come vittime due donne rom che avevano partecipato al furto 7,7 chili di droga. Una delle due donne era stata liberata dopo circa 8 ore perché, secondo quanto ricostruito dalle indagini, era stata erroneamente sequestrata a causa dell'omonimia con la cugina. Oltre alla droga, per la liberazione, erano stati consegnati dalle vittime dei sequestri anche 165mila euro ricavo della cessione di un'altra parte della droga rubata.

IL FURTO

A commissionare il furto nell'appartamento di Giombini era stato l'allora carabiniere Rosario Morabito, condannato ieri a sette anni e quattro mesi. Isopo, che comprava la droga da Giombini e sapeva che nalla sua casa di via Cellulosa custodiva la grande quantità di droga, aveva fatto da basista ed è stato condannato a sei anni. Mentre Marco Caledda che aveva preso parte al "colpo" ha avuto quattro anni e 10 mesi, Autilia Bevilacqua e Autilia romano, le due donne rom, sette anni e due mesi.

Ultimo aggiornamento: 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA