Pd, road map di Renzi: primarie e poi al voto. Oggi Assemblea dem

Domenica 18 Dicembre 2016 di Marco Conti
Pd, road map di Renzi: primarie e poi al voto. Oggi Assemblea dem

ROMA Aspettare la sentenza della Corte Costituzionale, poi le primarie di coalizione e a primavera le elezioni. Più che temere il suo appannamento, Matteo Renzi teme «il logoramento della politica». La vicenda di Roma, e per alcuni versi anche quella di Milano, per il segretario del Pd rischiano di generare una frattura con i cittadini difficilissima da recuperare. E' per questo che, dopo la sconfitta al referendum, ha cercato in tutti i modi la strada delle urne. E' per questo che oggi cercherà di unire il partito in modo da elaborare «tutti insieme» un nuovo progetto da presentare al più presto agli elettori.

LOGICA
«Non c'è voglia di rivincita», assicura, ma la consapevolezza che il Paese rischia di «tornare indietro di decenni», trasformando la crescente ansia per il futuro «in rassegnazione. Occorre sfiammare il Paese e il voto è l'unica strada democratica», continua a pensare l'ex premier che in questi giorni - nel chiuso di Pontassieve, ma in stretto contatto con tantissimi esponenti del Pd - ha preparato l'Assemblea del partito che stamane si apre all'Ergife, e riordinato gli appunti sui mille giorni di governo che a gennaio diventeranno un libro. L'analisi sulla sconfitta del 4 dicembre, Renzi ha cominciato a farla subito. Tra facebook e twitter il mea culpa si tramuta in promessa di «maggiore ascolto», in una logica più inclusiva che il segretario confermerà nella relazione d'apertura con una mano tesa alla minoranza interna affinché cessi la contrapposizione e condivida la necessità di non anticipare il congresso ma si concentri nel lavoro da fare. Renzi ragiona su un progetto futuro che sia in grado di tirar fuori il Paese da un crinale pericoloso e la politica deve riprendersi rapidamente i suoi spazi per evitare di essere fagocitata da toghe e finanzieri.

La strategia della minoranza dem sembra però andare in direzione opposta. Senza rassicurazioni da parte del segretario sulla composizione delle liste, i bersaniani cercano di prendere tempo spostando in là sia la data del congresso - che comunque vorrebbero venisse convocato - sia quella delle urne. Ieri pomeriggio l'ex capogruppo Roberto Speranza ha lanciato la sua candidatura a segretario. Una possibilità che si aggiunge a quella di Michele Emiliano, ex magistrato e presidente della regione Puglia (che non sembra aver molto gradito) e del presidente della Toscana Enrico Rossi (che non è disposto a ritirarsi dalla corsa alla segreteria).

M5S
A Renzi non interessa regolare ora i conti con la minoranza interna, quanto sfidare il M5S che a Roma sta mostrando tutti i suoi limiti nella capacità di passare dalle grida elettorali al governo di una grande città. Figuriamoci di un Paese. Il percorso immaginato da Renzi per arrivare alle elezioni a giugno prevede un lungo tour per l'Italia necessario «per ascoltare e raccogliere nuove idee» e le primarie di coalizione qualora si riuscisse a realizzare una legge elettorale che vedrebbe un premio assegnato non più al partito ma alla coalizione vincente. Primarie che quindi sarebbero aperte a tutti i partiti, da Sel ai centristi, che si impegnano a realizzare e sottoscrivere un programma di governo per i prossimi cinque anni.

Con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni seduto in prima fila - accanto ai capigruppo Zanda e Rosato - Renzi non parlerà della data delle elezioni ma sottolineando l'esigenza di stringere i tempi per metter mano a una legge elettorale che non riporti il Paese al caos del 2013, renderà evidente il suo obiettivo di elezioni al più presto. Un traguardo condiviso anche dagli altri leader della maggioranza, Franceschini, Orlando e Martina, che - almeno per ora - non sembrano ostacolare la corsa al voto del segretario e la sua tabella di marcia.

Rilanciare la sfida per cambiare il Paese, difendendo però ciò che è stato fatto nei mille giorni di governo. A cominciare dal Jobs act ora insidiato dalla raccolta di firme della Cgil che presto si trasformeranno in un referendum. Il segretario, con il suo intervento, aprirà le assise che andranno avanti per tutta la giornata e che saranno concluse nel tardo pomeriggio da una replica che diventerà il documento sul quale i mille delegati saranno chiamati a votare.

Ultimo aggiornamento: 11:26