Mose, così veniva favorito il Consorzio

Venerdì 21 Aprile 2017
Mose, così veniva favorito il Consorzio
Il 14 ottobre del 2004 fu l'allora ministro all'Ambiente, Altero Matteoli, a mettere a disposizione i 91 milioni della transazione con Montedison stabilendo che i lavori di disinquinamento di Porto Marghera potevano essere affidati direttamente, senza alcuna gara d'appalto, al Consorzio Venezia Nuova (Cvn), come proposto nei mesi precedenti dall'allora presidente del Magistrato alle acque (Mav), Maria Giovanna Piva, che più volte aveva scritto a Roma per avere il via libera all'affidamento diretto.
FAVORI - È quanto emerge da una serie di documenti che, ieri sera, sono stati prodotti al Tribunale di Venezia, allegati ad una memoria depositata dall'avvocatessa Paola Bosio, rappresentante dei commissari che da due anni gestiscono il Cvn, costituitisi parte civile contro Matteoli e Piva, imputati di corruzione al processo sul cosiddetto scandalo Mose. Secondo il legale questi atti sarebbero la prova che vi era un preciso interesse a favorire il Cvn.
REDI - La produzione documentale è avvenuta a conclusione di un'udienza tutta dedicata ai testimoni della difesa Piva, terminata attorno alle 18.30 con la scoperta che l'allora direttore tecnico del Cvn, l'ingegner Hermes Redi, risulta indagato nel filone d'inchiesta sulle contestate violazioni fiscali connesse a false fatturazioni e provviste in nero realizzate dal Cvn: sarà ascoltato, assistito da un legale, il prossimo 31 maggio.
PIVA - I testi citati dal difensore della dottoressa Piva, l'avvocato Emanuele Fragasso, sono stati chiamati a riferire principalmente su due circostanze: la posizione dell'allora presidente del Mav, contraria alla soluzione voluta dal Cvn per le cerniere che dovrebbero consentire il movimento delle paratie del Mose (tanto da essere trasferita a Bologna) e l'utilizzo di una dozzina di dipendenti del Cvn che, per molti anni, sono stati messi a disposizione del Mav per predisporre atti e documenti.
LE CERNIERE - L'ingegner Antonio Scotti, della società Tecnital, ha spiegato che il progetto iniziale era per cerniere fuse, ritenute più resistenti, ma che fu cambiato perché la società Fip, del gruppo Mantovani (socio di maggioranza del Cvn) garantì analogo risultato con le cerniere saldate.
CUCCIOLETTA - L'ingegner Lorenzo Fellin, incaricato dalla Piva di studiare la migliore soluzione, ha ricordato che si dichiarò a favore delle cerniere fuse, ma le pressioni per la soluzione Fip furono tante: quando la Piva fu trasferita, fu convocato dal suo successore, Patrizio Cuccioletta, il quale lo invitò a cambiare idea. Il professionista diede le dimissioni «per non essere correo con una scelta dettata dal Cvn». Cuccioletta, che successivamente ha patteggiato per essere stato al soldo del Cvn, disse che ne capiva più lui dei tecnici e affidò alla Fip, senza alcuna gara, la realizzazione delle 160 cerniere saldate. Sull'altro fronte la difesa Piva ha documentato che l'utilizzo del persona Cvn per svolgere attività al Mav era una prassi in atto da sempre, proseguita anche successivamente, cercando far passare quel lavoro come di mera segreteria.
IL CONSORZIO - Ma da alcune deposizioni è emerso che il merito di alcuni atti integrativi alla convenzione, relativi a importanti aspetti realizzativi dell'opera e del suo pagamento, venivano concordati dalla Piva direttamente con il consulente legale del Cvn, l'avvocato Alfredo Biagini. Le bozze dei documenti venivano quindi predisposte dal personale Cvn, come ha riferito la dirigente Nicoletta Doni, spesso direttamente su carta intestata del Mav, per poi essere corrette e firmate da funzionari e dirigenti del Mav in vista dell'approvazione definitiva. Una commistione di ruoli ingiustificabile, secondo i pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, confermata dalla carriera dell'allora vicepresidente del Mav, Maria Ferialdi che, pochi giorni dopo essere andata in pensione, dal marzo del 2007, firmò un contratto di consulenza a favore del Cvn, tramite il commercialista di Giovanni Mazzacurati, il padovano Francesco Giordano: per 5 anni continuò a predisporre gli atti del Mav, pagata dal Cvn 60-80 mila euro all'anno. Tutto normale, figuriamoci.
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