Caos negli alloggi Ulss Stangate sugli inquilini

Sabato 16 Settembre 2017
Caos gestionale e confusione rischiano di abbattersi sulle spalle degli inquilini dell'Uss 3. Si tratta degli alloggi Ulss ex Giustinian, circa un centinaio, soprattutto nel sestiere di San Marco. Dagli anni '70 furono gestiti dal Comune, secondo corretti contratti Erp, quindi riferenti al reddito. Poi, negli anni, si è assistito ad una girandola di enti di gestione: Ulss, ancora Comune, Ater, di nuovo Ulss, Ater ed infine, due anni fa, definitivamente Ulss 3 Serenissima. «Ebbene - racconta Matelda Bottoni, dell'Unione Inquilini - ad ogni cambio di gestione l'ente incaricato dava la disdetta agli inquilini e cambiava il contratto, spesso aumentando la cifra d'affitto. Così non solo da canone Erp si è passati quasi a cifre di mercato senza più tenere in considerazione i redditi, ma i contratti fra un ex novo e l'altro quasi non esistono e gente over 70 che abita queste case da trent'anni si trova paradossalmente ad essere occupante senza titolo. Questi problemi non sono certo sorti per colpa degli inquilini, ma per una mala gestione degli enti che si sono avvicendati, i quali non hanno saputo regolarizzare in via definita i propri affittuari». Ora il patrimonio è tornato definitivamente all'Asl, anche se il piano vendita, preferibilmente agli inquilini, era stato iniziato dall'Ulss 12. «Due anni or sono - continua Matelda Bottoni - incaricati dell'Ulss hanno proposto contratti da 3+2, poi non si sono più fatti sentire. Ora l'azienda sanitaria ha invitato agli inquilini di firmare un contratto pre-datato, pretendendo pure gli affitti arretrati di questi ultimi due anni: botte da 10, 15mila euro a testa. Un contratto pre-datato in merito ad una gestione pubblica? Ma siamo impazziti? Ripeto: anziani e famiglie non devono sobbarcarsi i costi di mala gestione delle lacune e delle storture amministrative pregresse, perché il Comune e gli altri enti non hanno saputo lavorare e regolarizzare la situazione». «Siamo pronti alle vertenze individuali e a quella collettiva - conclude Matelda Bottoni - anche se credo vi sia ancora spazio di manovra sia con l'assessorato Casa, sia con l'Asl3». La risposta dell'Asl non si fa attendere: «L'Azienda sanitaria ha ereditato, insieme a questi immobili, una situazione gestionale complessa, che va di necessità sanata, e i nuovi canoni dei contratti 3+2 verranno concordati sulla base dei patti territoriali.
Ogni passaggio viene compiuto dall'Azienda con l'intento di tutelare il patrimonio pubblico e insieme con attenzione ai casi personali e di difficoltà. Ad un numero molto limitato di inquilini è stato proposto, dopo gli iniziali colloqui, un nuovo contratto e un nuovo canone, concordati con gli inquilini e da questi formalmente accettati: assolti gli adempimenti burocratici si procede ora alla sottoscrizione del contratto, che ha decorrenza fissata dalla data dell'accettazione del nuovo canone».
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