Proiettile compatibile con l'arma di Stella

Domenica 7 Febbraio 2016
Il proiettile è stato estratto dal cranio di Massimo Negrini. L'ogiva si è frammentata in due pezzi una volta entrata nel corpo, ma è stata ricomposta ed inviata al Ris di Parma. Sembrerebbe già emergere la compatibilità ipotizzata dagli inquirenti con la carabina trovata nella casa di Nicola Stella, il 38enne di Lendinara che si trova in carcere con l'accusa di essere il responsabile dell'omicidio anche se si professa innocente e ribadisce che, per quanto capisca che sia una versione difficilmente credibile, a sparare è stato un terzo uomo, un cinese, socio in affari suo e di Negrini. L'arma in questione è regolarmente denunciata.
Sulla scena del delitto, il casolare abbandonato a poca distanza dalla sua abitazione, è stata invece ritrovata la pistola di Negrini, anche questa regolarmente posseduta. Non avrebbe però sparato: nel casolare non sono state rinvenute tracce di un secondo colpo. Dall'esame autoptico condotto venerdì sul corpo del 51enne imprenditore di Giacciano con Baruchella, trovato lunedì immerso nell'acqua del canale vicino al casale, non sono emerse tracce di colluttazione, segno che il suo assassino ha sparato a freddo. Un colpo solo, all'occhio sinistro, esploso da una distanza non troppo ravvicinata cogliendolo probabilmente alla sprovvista. Questi sembrerebbero i primi elementi emersi dall'autopsia eseguita sul corpo di Negrini che è stato poi restituito alla famiglia con il nulla osta per la sepoltura. Sono stati così fissati i funerali, che si terranno martedì alle 15 nella chiesa parrocchiale di Giacciano. Sui campioni prelevati, comunque, gli esami proseguono. Così come sui reperti che sono stati raccolti nel casolare e nelle auto poste sotto sequestro, la Chevrolet Trax di Negrini, ritrovata parcheggiata a Badia, e la Jeep Cherokee in uso a Nicola Stella. Sono state rilevate, infatti, oltre a numerose impronte digitali, alcune tracce ematiche ritenute significative dagli inquirenti. Nessuna pozza né grosse macchie, ma comunque campioni subito inviati al Ris di Parma per le analisi.
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