Il vescovo: «Chi teme l'immigrazione è perché non sa come governarla»

Mercoledì 25 Gennaio 2017
(M.Bel.) Giovani, società, lavoro, immigrazione: sono questi i temi principali affrontati dal vescovo Pierantonio Pavanello nell'annuale incontro con la stampa, che si è tenuto ieri in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il primo da quando il presule vicentino è stato messo a capo della diocesi di Adria e Rovigo. Per monsignor Pavanello è stata quindi l'occasione per fare un bilancio di questo primo anno di episcopato. Dieci mesi in cui Pavanello, originario di Bassano, è entrato in contatto con la sua nuova comunità, incontrando associazioni, amministratori locali e ovviamente parroci. Ne è emersa la volontà di proseguire con il progetto Polesine 2020, avviato dal predecessore Lucio Soravito, perché, spiega Pavanello, «c'è l'esigenza di capire come sta la società polesana e offrire delle idee di sviluppo». Una società colpita nel profondo dalla crisi economica, in cui la Chiesa, secondo il vescovo, deve farsi portavoce dei bisogni delle famiglie. «Quando parliamo di Chiesa, vorrei che la intendessimo come popolo di Dio, non solo come organizzazione ecclesiastica. Tutti devono fare la propria parte, non solo i pastori. L'aiuto dei laici è fondamentale». Pavanello ha particolarmente a cuore il tema dei giovani: «Bisogna offrire loro delle speranze, un'idea di futuro. Su questo è fondamentale il compito dei laici, la Chiesa deve dialogare con loro». Sul tema immigrazione il vescovo avverte: «Stiamo vivendo un fenomeno epocale di enormi proporzioni, di fronte al quale è necessario trovare delle soluzioni. L'accoglienza è importante, ma è altrettanto importante essere in grado di governare il fenomeno. La paura nasce proprio dall'incapacità di dare delle risposte».
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