Il Consiglio di Stato ha definitivamente chiuso nel cassetto il sogno di Stefano Falconi di poter tornare a sedere in Consiglio regionale. Almeno per questa legislatura. Ad oltre un anno dalle elezioni regionali arriva, infatti, il verdetto finale sul caos post-elezioni. Quattro giorni dopo la prima ufficializzazione del verbale dell'Ufficio centrale regionale, la Corte d'Appello ha effettuato un nuovo riconteggio in autotutela e la geografia dei seggi è completamente mutata. E Falconi, che aveva già festeggiato la rielezione nelle file della Lega Nord, ha dovuto così cedere il posto a Patrizia Bartelle, non senza impugnare la nuova decisione dell'Ufficio centrale regionale. Il terremoto ha interessato tutti i partiti e tutte le province. Il nodo era la lettura da dare alla nuova e poco chiara legge regionale, relativamente all'attribuzione dei seggi non assegnati con il quoziente intero. Una questione tecnica sui «resti» che il Tar aveva già risolto bocciando il ricorso presentato da Falconi. Il Consiglio di Stato è arrivato alla stessa conclusione, sottolineando che «la legge elettorale, per quanto criticabile, esprime una scelta politica, che non può essere corretta dal giudice privilegiando un'interpretazione che non sia corrispondente alla lettera della norma e alla volontà del legislatore regionale, per quanto possa essere foriera di minori inconvenienti rispetto a quelli derivanti dalla lettura aderente al dato testuale necessariamente da preferire».
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".