Armati di tablet per la caccia ai ladri

Mercoledì 18 Gennaio 2017
Le lotta al crimine si fa con i tablet e a breve anche con i droni. Diventa sempre più concreto nella Questura di Rovigo il Progetto Mercurio. Dopo una prima pantera, una Lancia Delta, dotata del sistema di telecamere, scanner e computer connessi a banche dati nazionali, ora grazie al contributo di Confindustria Venezia-Rovigo arrivano altri dieci tablet per implementare la strumentazione delle pattuglie impegnate nei servizi straordinari di controllo del territorio. A presentare il progetto sono il vicepresidente degli industriali Gian Michele Gambato, con il direttore Massimo Barbin, e il questore Salvatore Fabio Cilona con il dirigente superiore della Polizia, Maurizio Vallone, direttore del servizio di controllo del territorio della Direzione centrale anticrimine del Dipartimento di pubblica sicurezza. Rovigo, per prima in Veneto, si è dotata delle nuove tecnologie del Progetto Mercurio per la lotta contro il crimine grazie a scanner delle targhe e videocamera da tablet. Un grande fratello, ma al servizio della sicurezza. Le pattuglie dotate del sistema di sorveglianza innovativo, capace di riprendere filmati e di scansionare in automatico le targhe che entrano nel suo campo d'azione, rafforzeranno l'azione di contrasto ai fenomeni criminali. Un videoscanner analizza in tempo reale le targhe delle auto riprese mentre la volante è in giro per la città. Lo scanner è in grado di riconoscere al momento i numeri e le lettere della targa di un veicolo e li incrocia con quelli dell'archivio delle auto rubate. Se il riscontro è positivo, allora gli agenti possono intervenire all'istante. Il tablet può essere sia installato in macchina che portato sul luogo di un evento, una rapina, un corteo di protesta, un incidente, per riprendere in tempo reale la situazione e recuperare subito delle dichiarazioni, senza dover far ricorso a carta e penna. Il tutto si traduce «in un importante risparmio di tempo» come ha evidenziato Cilona. Gli ausili tecnologici consentono accertamenti diretti sulle persone fermate in strada, la trasmissione in diretta dei dati alla sala operativa della Questura. Ora il prossimo passo, chiude Vallone «è dotarsi anche di droni che arrivino nel luogo dell'evento criminoso prima della pattuglia».
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