Veneto Banca: via libera alla causa contro gli ex vertici

Giovedì 17 Novembre 2016
Veneto Banca: via libera alla causa contro gli ex vertici
VENEGAZZÙ - Veneto Banca, via libera all'azione di responsabilità verso gli amministratori e i sindaci in carica dal 2006 fino al 26 aprile 2014, l'assemblea delle dimissioni in massa per ordine di Banca d'Italia. Nel mirino anche l'ex direttore generale Vincenzo Consoli. Il tutto per 40 operazioni per un totale di 402 milioni, 198 già dati per persi.
All'assemblea di ieri a Venegazzù erano presenti oltre 500 soci, titolari di circa 9,9 miliardi azioni pari al 97,69% (Atlante da solo ne ha il 97,4%). Sì al 99,99%. Un plebiscito. «E' solo un primo passo - assicura il neo presidente (il quinto in poco più di un anno) Massimo Lanza dopo una serie di interventi scettici o critici di soci scottati dal crollo dell'azione da 40 euro a 10 cent e dalle tante promesse di avvio di rimborsi ancora non mantenute -. L'azione di responsabilità è un iter molto complesso, che richiede un'analisi lunga. Se non si fa bene il rischio è che la si perda». Lanza sottolinea come «le 40 posizioni scelte a fondamento della domanda di autorizzazione di oggi all'assemblea» siano solo l'inizio: «Non è la montagna che partorisce il topolino ma fa parte di un metodo. Da qualche parte occorreva cominciare. Abbiamo ritenuto che iniziare dai grossi fidi fosse il metodo migliore ma abbiamo altre attività che riguardano tutte le responsabilità, e tutti i fatti emersi. E ci sono altri mezzi per i quali non è richiesta l'autorizzazione dell'assemblea come, ad esempio, i procedimenti penali nei quali ci possiamo inserire come parte civile». Ma di fronte alla raffica di critiche per la mancata azione nei confronti della società di revisione Pwc (la stessa ora di Popolare Vicenza, e già di Atlante e Quaestio, la società di gestione del fondo che controlla sia BpVi che Montebelluna) e alle decine di denunce di risparmiatori azzerati, Lanza gioca in difesa: «Noi amministratori e i soci siamo sulla stessa barca, ma una cosa deve essere chiara: per arrivare al ristoro per gli azionisti la banca deve rimanere attiva e cominciare a creare valore». Insomma, non si può troppo tirare la corda con cause e proteste che puntano il dito anche contro Banca d'Italia e Consob.
L'attività istruttoria per l'azione di responsabilità, svolta dalla banca in collaborazione con una società di consulenza e sottoposta all'esame di advisor esterni (gli studi legali Tombari di Firenze e Orrick di Milano, molto legato a Quaestio), ha riguardato due filoni: le anomalie nella gestione dei rischi connessi all'esercizio dell'attività bancaria (le famose 40 posizioni clienti) in merito all'erogazione, gestione e monitoraggio di affidamenti concessi dalla banca nel periodo compreso tra il gennaio 2006 e l'aprile 2014. E la verifica di alcune operazioni attuate nella prospettiva di favorire il mantenimento o l'accrescimento della partecipazione azionaria di alcuni clienti azionisti in Veneto Banca. Più altre anomalie su pagamenti epr servizi, situazioni di conflitto di interessi, assunzioni o retribuzioni anomale e anche l'acquisto di opere d'arte.
«L'approvazione dell'azione di responsabilità è un segnale positivo di cesura con il passato e un messaggio di fiducia ai risparmiatori - commenta il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta -. Un buon esordio per il nuovo presidente. Ora serve lavorare ai risarcimenti e al piano industriale di rilancio dell'istituto, anche in rapporto con la Popolare di Vicenza». «Bene che finalmente ci sia stato questo passaggio e altrettanto bene ha fatto il neo presidente Massimo Lanza a precisare che siamo solo l'inizio - commenta il sindaco di Cornuda Claudio Sartor -. Resta il fatto che sulla società di revisione e su tante altre posizioni emerse anche sulla stampa, non ci sia ancora niente. Molti soci hanno manifestato il loro disappunto anche sull'operato di Banca D'Italia. Su questo fronte i sindaci aiuteranno l'associazione Don Torta a raccogliere le firme necessarie per richiedere una commissione d'inchiesta parlamentare. La gente ha chiesto giustizia, c'è chi ha perso tutto. Proprio per questo trovo distante un parlamento dove c'è chi propone norme per depenalizzare il falso in bilancio». Una proposta per istituire la commissione è già pronta e porta la firma dell'ex senatrice 5 stelle trevigiana Paola De Pin. Ma è stata dimenticata da mesi in parlamento. Per questo fuori da villa Spineda i commenti di alcuni soci anziani di Veneto Banca non sono certo improntati all'ottimismo: «Abbiamo votato sì alla causa, ma ci vorranno anni. Quello che conta sono i rimborsi. E temo che vorranno darci pochi euro».
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