«Tra vaccini e autismo nessuna correlazione»

Mercoledì 26 Luglio 2017
Alla vigilia della discussione alla Camera del decreto sull'obbligo di vaccino per i bambini che vanno a scuola, già approvato in Senato, la Corte di Cassazione nega il risarcimento al padre di un minore autistico, che sosteneva che la patologia sviluppata dal figlio fosse stata causata dalla vaccinazione antipolio. Per i supremi giudici, «non è al momento ipotizzabile una correlazione tra vaccinazione e malattia». È scritto nella sentenza emessa ieri dai magistrati della sesta sezione civile, presieduti da Pietro Curzio. Gli ermellini hanno confermato la sentenza emessa dal tribunale di primo grado e dalla Corte d'Appello di Salerno, che avevano per primi respinto la richiesta d'indennizzo. Una perizia tecnica, infatti, aveva escluso il nesso di causalità tra il medicinale e il disturbo del bimbo.
Nell'atto si legge che tra vaccinazione e malattia «non è tuttora ipotizzabile una correlazione con alcuna causa nota in termini statisticamente accettabili e probanti» e che «non sussistono ad oggi studi epidemiologici definitivi». Il padre del minore aveva citato di fronte al giudice civile il ministero della Salute e la Regione Campania. Aveva chiesto ai giudici del Palazzaccio di annullare il verdetto di secondo grado, sostenendo che il figlio avesse contratto una «encefalopatia immunomediata ad insorgenza post vaccini e con sindrome autistica» a causa della terapia che gli era stata somministrata, che era a base di Sabin. I magistrati scrivono nella sentenza di essere arrivati alla decsione «dopo aver ripercorso la storia clinica» del paziente e dopo aver studiato «la letteratura scientifica sull'argomento». Secondo la perizia, infatti, il disturbo dello sviluppo potrebbe essere stato provocato da fattori genetici, «mentre non sussistono ad oggi studi epidemiologici definitivi che consentano di porre in correlazione la frequenza dell'autismo con quella della vaccinazione Sabin nella popolazione».
Per i giudici, il ricorso presentato dal padre del minore non conterrebbe elementi sufficienti a smontare la tesi formulata dal perito e dai magistrati di primo e di secondo grado. La sentenza va in direzione opposta rispetto ad una recente pronuncia della Corte d'Appello di Milano, che non è stata impugnata ed è quindi diventata definitiva. In quel caso, però, il tribunale aveva riconosciuto l'indennizzo a una donna, oggi adulta, alla quale quarant'anni fa, quando aveva sei mesi, era stato somministrato il vaccino quadrivalente.
La decisione di ieri è destinata a fare discutere, anche perché, mentre si attende il voto alla Camera che dovrebbe arrivare venerdì con la fiducia, non si placano le proteste del movimento anti-Vax e free-Vax. Nel frattempo, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso soddisfazione per la sentenza. «Direttamente o indirettamente la tesi principale dei no vax è quella di paventare un presunto collegamento tra le vaccinazioni e l'insorgenza di malattie come l'autismo, giocando sulla paura delle madri e delle famiglie - ha dichiarato il ministro - Questa tesi è stata smentita in questi anni prima di tutto dalla comunità scientifica mondiale e adesso anche dal diritto e dalla giustizia. Rivendichiamo  la bontà del decreto vaccini».
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