Interviene Silvio Berlusconi nella scalata di Vivendi a Mediaset dove ha già

Giovedì 15 Dicembre 2016
Interviene Silvio Berlusconi nella scalata di Vivendi a Mediaset dove ha già raggiunto l'obiettivo del 20% in un'operazione che oltre ad aver elettrizzato i titoli in borsa, ha coinvolto il governo, nonostante le distanze di schieramento. E sulla quale il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, su denuncia della Fininvest per manipolazione di mercato, ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti. Il gruppo Berlusconi sta rintuzzando l'attacco aumentando la presa sulla subholding, ma ha in cantiere una serie di altre contromisure. Intesa Sanpaolo e Unicredit, le due grandi banche ingaggiate come advisor, secondo quanto risulta al Messaggero, avrebbero prospettato una serie di opzioni, tra le quali anche l'eventualità di un aumento di capitale di Mediaset dell'ordine di 500-800 milioni, destinato al rilancio di Premium, l'oggetto del contendere che da snodo di un'alleanza strategica ha scatenato l'odio reciproco.
Il fondatore dell'impero televisivo schiera la famiglia unita nei confronti di Vincent Bolloré, suo ex alleato, annunciando che la Fininvest «nel rispetto delle leggi» incrementerà ancora la sua partecipazione». Una chiamata alle armi ancora più inevitabile perchè la media company parigina, ha tenuto fede alle dichiarazioni di tre giorni fa, ed è ufficialmente salita al 20%. del capitale di Cologno Monzese. Vivendi si era affacciata lunedì con il 3,01%.
«L'acquisto di azioni Mediaset da parte di Vivendi, non concordato preventivamente con Fininvest, non può essere considerato altro che un'operazione ostile», ha sottolineato Berlusconi, leader della holding che con il 38,2% (39,775% dei diritti di voto considerando il 3,795% di azioni proprie) è il primo socio del Biscione. «Quanto a noi - ha continuato - c'è la compattezza più assoluta della mia famiglia su un punto molto preciso: non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori. Per questo abbiamo aumentato la nostra partecipazione e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi». Quindi Fininvest salirà fin sotto il 40% che è il limite massimo consentito dalla legge Draghi, al riparo dall'obbligo di opa. La holding di via Paleocapa aveva il 34,7% quando è partita la scalata e l'altro giorno ha acquistato il 3,52%.
In borsa ieri le Mediaset hanno chiuso con un rialzo dell'1% a 3,62 euro: il 7% del capitale è passato di mano: il mercato si sta convincendo della battaglia tra i due gruppi e rastrella azioni per schierarsi poi con il vincitore. L'assalto di Bollorè, in nome di un'alleanza strategica nella produzione e distribuzione congiunta di programmi televisivi, punta alla costruzione di una Netflix europea su basi che adesso non stanno più bene a Fininvest. Ad aprile l'accordo prevedeva l'acquisto del 100% di Premium e lo scambio del 3,5% di quote tra i due gruppi. A luglio questo accordo è stato fatto saltare e sostituito con un altro minimale - i francesi avrebbero acquistato solo il 20% della pay tv con un convertibile per salire al 15% del Biscione - che sottendeva alla scalata francese. No secco del gruppo italiano con ricorso in tribunale per dare esecuzione al primo contratto. Adesso la mossa ostile della scalata costringe all'arrocco Fininvest che si blinda. Anche ieri il presidente Marina Berlusconi, la più infuriata della famiglia, assieme all'ad Danilo Pellegrino e ai manager di Mediaset avrebbe incontrato gli advisor. Poi ci sono state riunioni dei comitati interni della subholding per studiare le ulteriori mosse. Martedì 20 si terranno l'esecutivo e il consiglio di Mediaset. Ieri a Cologno c'era anche i legali Michele Carpinelli, Vincenzo Mariconda, che presto potrebbero essere affiancati dallo studio Bonelli Erede avrebbero esaminato le possibili poisont pill, cioè dei possibili aggiustamenti alla governance per scoraggiare l'avanzata francese. Fininvest potrà acquistare un altro 5% da aprile 2017. Per il momento i consulenti spulciano il libro soci alla ricerca di possibili alleati ma anche di cavalli di Troia. L'attenzione si è concentrata su Lazard che ha il 4,7%, Rothschild il 3%, Axa il 2% e Covea lo 0,4%. L'ipotesi aumento di capitale è stata concepita perchè il gruppo Bollorè è super indebitato mentre le due banche advisor sono pronte a costituire il consorzio ed eventualmente dare sostegno alla Fininvest.
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