In sciopero 50mila, rischio paralisi

Martedì 24 Maggio 2016 di Le Aziende sanitarie temono disservizi. La Regione attende il nuovo indice Istat per il Comparto Fvg
TRIESTE - Ormai non è evitabile lo sciopero del pubblico impiego regionale di domani per conseguire il nuovo contratto: occorre aspettare fine mese per valutare ulteriori rilanci. Dal punto di vista della Regione e dei Comuni, infatti, la seconda proposta avanzata dalla parte pubblica ai 14mila addetti del Comparto unico non è attualmente migliorabile. I disagi non si faranno attendere, come segnalano peraltro le Aziende sanitarie mettendo "le mani avanti" con i cittadini. Perché a incrociare le braccia saranno in 50mila: non soltanto i 14mila dipendenti di Regione e Comuni, ma anche quelli della Sanità (20mila) e gli addetti degli altri enti pubblici sul territorio del Fvg. A completare il quadro premono le urne comunali, soprattutto quelle di Trieste (con svariate migliaia di dipendenti pubblici) e Pordenone. Sul fronte ferroviario sta per scattare uno sciopero indetto da alcune sigle dalle 21 di oggi alle 18 di domani: Trenitalia tuttavia garantisce due treni su tre su tutte le linee: Rrieste-Udine, Trieste-Venezia via Portogruaro, Udine-Tarvisio e Udine-Venezia. Regolari le Frecce, a rischio qualche Intercity.
Tuttavia in Fvg mancano all'appello due aspetti decisivi: l'effettiva disponibilità finanziaria regionale nell'assestamento estivo e il nuovo indice dei prezzi al consumo, che l'Istat diffonderà la prossima settimana. Regione e Comuni, infatti, hanno proposto oltre alla sterilizzazione di quanto versato nel 2015 quale indennità di vacanza contrattuale (0,4%), un aumento retributivo globale pari all'incirca al 2,8%, legando tale adeguamento all'indice Istat dei prezzi al consumo, che attualmente si prevede per il 2016 all'1,1% e nel 2017 all'1,3%.
Il negoziato, che ha valenza quasi triennale (dall'agosto 2015 a fine 2017), parte da cifre largamente superiori alla proposta del Governo per gli statali (0,4% in tre anni), ma al di sopra anche di quanto finora prefigurato dalla Valle d'Aosta (0,25% per il 2015), sebbene la Provincia autonoma di Trento abbia invece prospettato un +0.6%. Siccome le "Speciali" intendono, però, adottare una linea comune anziché procedere in ordine sparso, un confronto è previsto in settimana: beffardamente proprio giovedì 26, il giorno seguente allo sciopero. Lo scopo politico rimane evidente: firmare il contratto o almeno fondarne solide premesse prima del voto del 5 giugno.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci