«Così il Caro Leader ingannò il popolo»

Domenica 20 Settembre 2015
PORDENONE - (mr) Hyeonseo Lee, la "ragazza dai sette nomi" è un'eroina moderna. Appartiene a una famiglia nord coreana privilegiata, perchè può mangiare con regolarità e avere qualche notizia sul mondo. Cresce, come tutti i suoi coetanei, venerando il Caro Leader Kim Il Sung, auto proclamatosi vera divinità, in grado di gesta mirabolanti come cavalcare gli arcobaleni per sconfiggere i nemici della patria. Ancora oggi non riesce a non anteporre l'aggettivo "caro" davanti al nome del dittatore. La visione del mondo esterno per un nordcoreano è tragica: i confinanti coreani del sud vivono in schiavitù, dipendenti dagli Usa che li costringono a essere ignoranti e privi di assistenza sanitaria. Gli americani, o i caucasici in genere, sono creature da eliminare. La Corea del Nord è stata invece salvata dall'intervento del Caro Leader che «aveva fatto del paese un Paradiso». Lee inizia a dubitare della famiglia Kim quando il capostipite muore improvvisamente nel 1994 (può morire una divinità?) e contestualmente si scatena una terribile carestia che decima la popolazione. Hyeonseo approfitta del lavoro di famiglia (il contrabbando) per fuggire in Cina, dove vivrà per 11 anni. Da lì il trasferimento a Seul dove sposerà un americano e riuscirà a far ricongiungere la propria famiglia, conducendo la propria lotta per la riunificazione del paese. Una missione possibile? «Non facile, ma possibile. Kim Jong Un si dimostra instabile e sta facendo purghe tra parenti e alti funzionari. Dall'elite dovrebbe partire il cambiamento, perchè la gente comune è troppo provata da 70 anni di regime e di annullamento della personalità».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci