Allam: il Governo egiziano non c'entra con la sua morte

Domenica 7 Febbraio 2016
BELLUNO - Il governo egiziano è in buona fede, «non c'entra nulla con la morte di Giulio Regeni perché è contro il suo interesse». Ad alzare lo scudo di difesa è Magdi Cristiano Allam, già europarlamentare e vice direttore del Corriere della Sera. Che ribadisce: «Nessun coinvolgimento diretto a livello governativo. L'Egitto ha tutto l'interesse a mantenere buoni i rapporti con l'Italia e l'Europa.» Motivi collegati al turismo. «Ma, pure, non si vuole incrinare un recente accordo sul gas». Un cordone che sarebbe dannoso sfilacciare per entrambi i Paesi: «L'Egitto è l'unico Paese che è baluardo contro il terrorismo, ha l'unico esercito in grado di operare in Libia».
E non è cosa da poco per l'Italia. Ma allora chi potrebbe essere il responsabile? «Non si può escludere che ci sia stato qualcuno, un singolo o un piccolo gruppo, che abbia torturato Giulio con lo scopo di sabotare i raporti tra Egitto ed Italia. Dal 2011 ad oggi, non dimentichiamolo, vi è stata una forte penetrazione dei Fratelli musulmani nelle istituzioni». Parole che pesano quelle di Magdi Cristiano Allam, egiziano naturalizzato italiano e battezzato da papa Ratzinger nel 2008. Ieri sera era a Belluno per un incontro sul terrorismo: «Ma è da escludere il collegamento con i terroristi che sgozzano o decapitano». Infine l'augurio «che il governo faccia piena luce.»
Daniela De Donà

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