«Studente legato» Il provveditore chiede una relazione

Domenica 29 Gennaio 2017
«Studente legato» Il provveditore chiede una relazione
L'Ufficio scolastico di Padova intende vederci caso sull'episodio di presunto bullismo verificatosi alla scuola media Petrarca di via Concariola, nel centro storico della città, dove uno studente di nazionalità marocchina sarebbe stato legato e frustato da alcuni compagni di classe, non è chiaro quanti se uno, due o tre, durante l'ora di educazione fisica. Sarà proprio il professore di ginnastica a stendere una relazione scritta sull'accaduto, documento che poi verrà consegnato dalla dirigente scolastica Lucia Marcuzzo al provveditore agli studi Andrea Bergamo. In base a quelle risultanze si deciderà come procedere. L'opionione diffusa è che si sia trattato di un gioco, pur di pessimo gusto, poi degenerato. Il giovane immigrato sarebbe stato immobilizzato, gli sarebbero stati legati mani e piedi e sarebbe stato colpito più volte con la corda usata per gli esercizi ginnici. L'aggressione sarebbe terminata solo quando l'insegnante si è accorto di quanto stava accadendo. Non si tratterebbe, peraltro, del primo caso: già un anno fa il ragazzino sarebbe stato preso di mira dai compagni, vedendosi sottrarre il telefonino e la sua identità su Facebook. Poco dopo sarebbe comparsa in rete, sul suo profilo, la frase «Sono gay e voglio dirlo a tutti». La dirigente Marcuzzo ha promesso che sulla vicenda verrà fatta chiarezza: se le circostanze saranno confermate verrà aperto un procedimento disciplinare e sarà informata l'autorità giudiziaria. Non è escluso che, per capirne di più, vengano sentiti anche gli studenti, convocati con i rispettivi genitori. «Se l'amministrazione, letta la relazione, riterrà che gli elementi siano sufficienti può disporre una visita ispettiva ma al momento - spiega Bergamo - è tutto da verificare. Se i fatti verranno accertati si procederà su due fronti: con una sanzione in base alla gravità e alla recidività, e con una parte educativa, per noi predominante: ti facciamo riflettere sul male che hai compiuto, adoperandoci per il tuo recupero tanto più che questi studenti hanno meno di 14 anni. Insomma vogliamo capire bene cosa è successo, partendo sempre da una relazione tecnica, oggettiva». Nove volte su dieci non c'è intenzionalità di far male in classe ma le goliardate possono finire molto male. «Ed è qui la sfida: spesso i ragazzi dicono non ho fatto apposta - conclude Bergamo - ma la responsabilità resta».

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