Spiate dall'operaio undici donne

Giovedì 21 Settembre 2017
Spiate dall'operaio undici donne
Si è chiuso il cerchio attorno all'operaio spione. Il 36enne, residente a Istrana in provincia di Treviso e all'epoca dei fatti dipendente di una ditta di Piombino Dese, aveva installato nel bagno dell'azienda riservato alle donne una micro telecamera. L'occhio elettronico, posizionato sul contenitore dello scopino per pulire il water, ha immortalato il fondo schiena di almeno undici dipendenti quasi tutte residenti tra Padova e provincia. Tante sono le vittime dell'operaio Claudio Basso, abile nel registrate le immagini e nel salvarle in una chiavetta Usb e nel suo computer. Ma di questa sua passione il 12 settembre dell'anno scorso, se ne è accorta una donna mentre utilizzava la toilette della fabbrica. Quando si è apprestata a pulire il water, ha scoperto un filo sbucare dallo scopino. Lo ha tirato e si è ritrovata in mano la piccola telecamera. Impaurita, ha avvisato i vertici dell'azienda ed è stata presentata una denuncia. Sono così scattate le indagini da parte dei carabinieri della stazione di Piombino Dese coordinati dal sostituto procuratore Roberto Piccione, titolare delle indagini. L'operaio è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di interferenze illecite nella vita privata. Il trentaseienne rischia una pena da sei mesi a quattro anni di reclusione. Ma durante le indagini condotte dagli uomini dell'Arma, e concluse pochi giorni fa, nel computer dell'operaio sono state trovate e sequestrate delle immagini piuttosto forti. Si tratterebbe di foto pedopornografiche e tutti gli atti in questo ambito sono stati trasmessi per competenza alla Procura di Venezia. I carabinieri hanno anche passato al setaccio altri video e frame trovati in due hard disk. Quando i militari si sono presentati a casa dell'operaio per eseguire la perquisizione, Basso ha ammesso la sua colpa. Nei prossimi giorni il pubblico ministero Piccione andrà a formulare la richiesta di rinvio a giudizio. Mentre la Procura lagunare aprirà un'altra indagine sull'operaio trevigiano, in merito alle immagini pedopornografiche trovate nel suo computer.

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