«Pfas, gli agricoltori non devono pagare»

Venerdì 3 Marzo 2017
«Pfas, gli agricoltori non devono pagare»
Ben vengano i controlli sui pozzi della Bassa Padovana, ma i costi causati dalla piaga dei Pfas non devono ricadere sull'agricoltura. Prendono posizione e duramente i coltivatori padovani coinvolti nell'intricata vicenda legata all'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche. Da vicentino, fonte degli sversamenti, i Pfas hanno invaso la falda e i fiumi, e la faccenda interessa ora direttamente anche il montagnanese. Non tanto per l'acqua potabile, quanto per i pozzi e le fonti per l'approvvigionamento delle aziende agricole. Migliaia di imprenditori agricoli si ritrovano di fronte a un danno, sia diretto che d'immagine, dai risvolti ancora ignoti. Colture e allevamenti, per i quali viene utilizzata acqua di falda, potrebbero pagare un conto molto salato nell'immediato e sul lungo termine. «Ben vengano i controlli, anzi auspichiamo che finalmente permettano di fare chiarezza una volta per tutte - afferma Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - da parte del mondo agricolo c'è la massima disponibilità a collaborare con le autorità sanitarie per dare finalmente delle risposte certe e salvaguardare la salute pubblica». I coltivatori nutrono però grandi perplessità sull'evoluzione della vicenda: «Tuttavia sottolinea infatti Miotto - vogliamo sperare che i costi di queste analisi non ricadano sul mondo agricolo e non vadano ad impoverire le risorse destinate al settore primario». Il settore, che si ritiene già danneggiato da una situazione che porterà di certo altre novità nei prossimi mesi, non ha intenzione di aprire ancora il borsello. «L'agricoltura ha già pagato per un problema causato da altri e che ha avuto conseguenze negative per le nostre aziende ancor prima di avere informazioni e dati certi avverte il presidente del sodalizio - siamo i primi ad insistere sulla necessità di garantire la sicurezza alimentare e ambientale, non si siamo mai sottratti alle iniziative che abbiano questo obbiettivo. Non possiamo però accettare che i costi ricadano sul settore primario già alle prese con altri problemi». Coldiretti ribadisce come sia evidente che i Pfas non sono una conseguenza dell'attività agricola. «Anzi il settore primario è parte lesa in tutta questa vicenda commenta infine Miotto - chiediamo perciò alla Regione di fare chiarezza una volta per tutte e, in particolare, di non assumere iniziative che potrebbero avere ulteriori effetti negativi sulla produzione agricola della Bassa Padovana».

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