Le sorprese in una campagna elettorale non sono mai finite. Ma che ne direste se uno come Simone Furlan, già commissario di Forza Italia a Padova e oggi nell'ufficio di presidenza del partito (i pretoriani di Berlusconi) fosse interessato a far convergere qualche soldato del suo Esercito di Silvio alla corte di Giordani?
Ebbene, è molto più che una boutade. Qualche giorno fa in un hotel cittadino Furlan, che ha sempre rigettato la sudditanza politica a Bitonci che ha poi portato alla clamorosa defezione di Bianzale e Pasqualetto, ha riunito un centinaio di attivisti. I quali hanno votato all'unanimità perché si incontri con Giordani. Il ponte potrebbe essere saldato attraverso la presenza, in una delle liste in preparazione, di alcuni degli uomini vicini a Furlan. Che sarebbero collocati o nella lista dei moderati di centro - ex Udc, tosiani, menorelliani - oppure nella civica in cantiere da parte dell'ex consigliere Foresta e dell'ex assessore Brunetti. Comunque vada la strategia è chiara. Dimostrare che il partito è spaccato e che allearsi con la Lega come sta accadendo in città, è reato.
A proposito: Furlan non è solo. A Verona i Giorgetti hanno mollato la Lega che candida Sboarina affermando che non è del Carroccio. Ma nessuno ci crede. Appoggerrano, con Forza Verona, la moglie di Tosi. Anche a Belluno il senatore Piccoli sembra non correrà a fianco degli alleati. A Iesolo Fi correrà con il Pd. Insomma si sta delineando un fronte nemmeno tanto strisciante di renitenti alla Lega che nelle menti furlaniane si è sempre legato a un concetto: quelli che regalano tutto al Carroccio perdono tutti i voti (lo diceva anche il senatore Marco Marin).
In ogni caso visto l'affetto del presidente Berlusconi verso Furlan: «É una persona encomiabile per la volontà e lo spirito con cui si è buttato nella cosa pubblica. A Simone voglio bene perché è una persona davvero rara» l'impressione è l'uomo abbia le spalle coperte. E non sarà facile per il commissario straordinario per il Veneto, Paroli, venirne a capo.
Ebbene, è molto più che una boutade. Qualche giorno fa in un hotel cittadino Furlan, che ha sempre rigettato la sudditanza politica a Bitonci che ha poi portato alla clamorosa defezione di Bianzale e Pasqualetto, ha riunito un centinaio di attivisti. I quali hanno votato all'unanimità perché si incontri con Giordani. Il ponte potrebbe essere saldato attraverso la presenza, in una delle liste in preparazione, di alcuni degli uomini vicini a Furlan. Che sarebbero collocati o nella lista dei moderati di centro - ex Udc, tosiani, menorelliani - oppure nella civica in cantiere da parte dell'ex consigliere Foresta e dell'ex assessore Brunetti. Comunque vada la strategia è chiara. Dimostrare che il partito è spaccato e che allearsi con la Lega come sta accadendo in città, è reato.
A proposito: Furlan non è solo. A Verona i Giorgetti hanno mollato la Lega che candida Sboarina affermando che non è del Carroccio. Ma nessuno ci crede. Appoggerrano, con Forza Verona, la moglie di Tosi. Anche a Belluno il senatore Piccoli sembra non correrà a fianco degli alleati. A Iesolo Fi correrà con il Pd. Insomma si sta delineando un fronte nemmeno tanto strisciante di renitenti alla Lega che nelle menti furlaniane si è sempre legato a un concetto: quelli che regalano tutto al Carroccio perdono tutti i voti (lo diceva anche il senatore Marco Marin).
In ogni caso visto l'affetto del presidente Berlusconi verso Furlan: «É una persona encomiabile per la volontà e lo spirito con cui si è buttato nella cosa pubblica. A Simone voglio bene perché è una persona davvero rara» l'impressione è l'uomo abbia le spalle coperte. E non sarà facile per il commissario straordinario per il Veneto, Paroli, venirne a capo.