La Mulata, pericolo amianto dopo il rogo: ordinanza del sindaco

Venerdì 26 Agosto 2016
(L.M.) L'area dove sono rimasti i ruderi bruciati del ristorante La Mulata completamente distrutto dal fuoco nella notte del 25 maggio scorso, dovrà essere totalmente bonificata entro 10 giorni. È quanto dispone l'ordinanza firmata ieri dal sindaco Massimo Bitonci. I proprietari dovranno provvedere al recupero e smaltimento di tutti i detriti e con particolare urgenza di quelli pericolosi contenenti amianto. Inoltre l'ordinanza sancisce che debbano essere svolte anche indagini preliminari per verificare se vi sia stata contaminazione del suolo. Si tratta della seconda ordinanza siglata dal sindaco che intima ai titolari del ristorante di eliminare i rifiuti e soprattutto i resti del tetto che contengono amianto. Un mese dopo il devastante incendio, infatti, Bitonci aveva firmato il primo documento ma i proprietari non erano intervenuti entro il 28 luglio scorso. Era stata invece richiesta dai titolari all'Ufficio Ambiente del Comune, una proroga di 15 giorni, che fu concessa. Anche il tempo aggiuntivo era trascorso con un nulla di fatto, di qui l'emissione della nuova ordinanza. Quello che rimane del ristorante, situato a Brusegana sull'incrocio tra via dei Colli e via Sette Martiri, è ancora nelle stesse condizioni di quando le macerie furono transennate dai Vigili del Fuoco. Gli accertamenti eseguiti dai vigili dopo l'incendio che risultò doloso, avevano messo in evidenza come la copertura contenesse il pericoloso minerale. I resti del tetto penzolano da tronconi di colonne spandendo costantemente nell'aria polvere di amianto. In questo periodo si sono moltiplicate le proteste dei residenti che, la notte dell'incendio, hanno respirato il fumo denso e nero che sui levava da «la Mulata», fumo acre che aveva consumato in parte anche la copertura in amianto del locale. Le proteste era state raccolte qualche giorno fa anche dal consigliere di minoranza Gianni Berno che aveva auspicato un veloce intervento del sindaco a tutela della salute dei cittadini. Il retro dell'edificio bruciato infatti è addossato all'argine del canale Bretella, un luogo molto frequentato da residenti e non, che vi si recano a passeggiare, a fare jogging o a portare a spasso il cane.

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