«Il consiglio va subito sciolto»

Mercoledì 27 Luglio 2016
(Al.Ma.) Scioglimento immediato del consiglio comunale. All'indomani delle prime ammissioni del sindaco Luca Claudio di aver intascato tre tangenti, lo chiedono con forza il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. È il gruppo consiliare regionale pentastellato a invocare tempi brevi rivolgendosi al ministro dell'interno, Angelino Alfano, e al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui compete lo scioglimento del parlamentino aponense ora sospeso dal prefetto Patrizia Impresa. «Ora che il sindaco ha confessato cos'altro si deve aspettare per far decadere il consiglio e andare al voto? Stiamo vivendo una situazione paradossale. Come abbiamo denunciato per primi come forza politica, c'è un sindaco in carcere per tangenti, che ha confessato di averle prese. Ma dove si è mai vista una cosa del genere? Pretendiamo un intervento del ministro dell'Interno Alfano» afferma il consigliere regionale M5s Jacopo Berti. «La richiesta di migliaia di cittadini di Abano - aggiunge il senatore padovano M5s Giovanni Endrizzi - è di essere liberati da un sistema, il sistema Claudio, fatto di corruzione ed omertà. Non può essere ancora ignorata. Se non arriveranno segnali decisi dal governo torneremo a mobilitare la piazza». Erano infatti circa mille i cittadini presenti sabato scorso in piazza Orologio ad Abano per la "Notte dell'Onestà" organizzata dal Movimento 5 Stelle. Su un volantino, distribuito anche alla Festa dell'Unità conclusasi domenica scorsa a Villa Bassi, il Partito democratico, ribadisce la richiesta di scioglimento del consiglio comunale. Alcuni amministratori e dipendenti comunali, spiega ilPd, hanno violato in modo continuato e reiterato la legge, la struttura amministrativa è ancora condizionata da Claudio, occorre quindi lo scioglimento per porre fine al sistema Claudio, «un sistema che si è rafforzato, creando un clima di omertà e impunità - recita il volantino - grazie all'assenza di controlli, all'isolamento delle opposizioni, al sostegno di alcuni imprenditori, di una parte dei dirigenti e dipendenti comunali e di esponenti politici come Filippo Ascierto e Antonio De Poli».(((mantovania)))

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