(m.a.) Si è spacciato per una divinità indiana con il solo obiettivo di usare violenza sessuale su due sorelline minorenni padovane. Ieri mattina il 52enne indiano, difeso dagli avvocati Elisa Schiavon e Silvia Rossaro, si è presentato davanti al Gup Margherita Brunello. I suoi legali hanno chiesto di poter risarcire le due vittime, ma il sostituto procuratore Roberto Piccione, titolare delle indagini, ne ha chiesto il rinvio a giudizio per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale su minorenni. Tutto è accaduto tra il 2007 e il 2013, quando l'indiano è stato ospitato da una famiglia padovana all'Arcella. E l'uomo, secondo l'accusa, appena i genitori delle bambine uscivano di casa, le colpiva con forti schiaffi e mimava il lancio di oggetti. Inoltre pretendeva, ancora secondo l'accusa, che le due sorelline lo chiamassero papà e sostenendo di essere una divinità indiana. E poi aveva degli improvvisi scatti d'ira, in cui distruggeva i mobili e gridava alle due bambine «...Voi mi offendete e io vi faccio morire...». Poi, con il passare dei mesi, l'indiano sarebbe diventato ancora più pericoloso. In più di una occasione avrebbe avvicinato le due sorelline affermando di essere Dio e mostrando loro diversi filmati pornografici. Poi, ancora secondo l'accusa, le avrebbe costrette a subire attenzioni di natura sessuale. Le avrebbe toccate nelle parti intime e costrette a subire rapporti orali. Diceva loro «...Dovete imparare, devo insegnarvi, sono il vostro maestro...». Le sorelline, disperate, dopo anni di maltrattamenti hanno raccontato tutto agli insegnanti a scuola e sono scattate le indagini da parte della Squadra mobile con la sezione dedicata ai minorenni.
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