Amianto killer: morti due operai

Mercoledì 31 Agosto 2016 di Ridotto in gravissime condizioni un terzo ex dipendente della fabbrica di Vigodarzere
Amianto killer: morti due operai
Altre due persone a Padova e provincia sono morte per avere inalato la polvere di amianto, una terza è ridotta in gravissime condizioni. Nel registro degli indagati sono stati iscritti per i reati di omicidio colposo aggravato e lesioni aggravate gli ex amministratori delegati di 76 e 77 anni rispettivamente delle aziende ex Edilit di Vigodarzere e della Sacelit di Padova. Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Sergio Dini e si sono concluse nei primi giorni di agosto. Alla ex Edilit lavorava come operaia una donna residente a Padova e per una ventina di anni si è occupata della lavorazione del cemento. É morta per mesotelioma pleurico nel giugno del 2013 all'età di 77 anni. I familiari, appurata la causa del decesso strettamente legata all'inalazione per anni della polvere di amianto, hanno presentato un esposto in Procura. Lo stesso hanno fatto i parenti di un uomo di 72 anni, residente a San Pietro Viminario e gravemente malato, anche lui dipendente per anni della ex Edilit dove ha lavorato a stretto contatto con la polvere di amianto. Stessa sorte è capitata a un ex operaio della Secelit di Padova, morto nel 2010 all'età di 71 anni ammalato di mesotelioma pleurico. Anche in questo caso i suoi familiari hanno presentato un esposto in Procura. Sono così scattate le indagini e gli inquirenti sono venuti a sapere che tutti e tre gli operai per almeno una ventina di anni hanno lavorato il cemento venendo a stretto contatto con la terribile polvere di amianto.
A questo punto sono stati sentiti dalla Procura gli ex amministratori delegati delle due aziende ex Edilit e Sacelit, ma la maggior parte di loro è già deceduta. Per cui alla fine nel registro degli indagati ne sono stati iscritti soltanto due, quelli che sono rimasti in vita. Ora il pubblico ministero si appresta a chiederne il rinvio a giudizio. Secondo l'accusa le fabbriche e i loro rappresentanti sapevano i rischi alla salute che correvano i loro operai, ma non avrebbero fatto nulla per metterli in sicurezza. Avrebbero lasciato i loro dipendenti in balia per decenni della polvere di amianto sprigionata dalla lavorazione del cemento. L'arco temporale su cui si sono focalizzate le indagini è stato dalla fine degli anni '60 fino all'inizio degli anni '90. Nel 2005, l'allora direttore della Sacelit, patteggiò sei mesi per la morte di un operaio ucciso dall'amianto.

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