Addio ad Angelo Ferro, s'inchina la sua Padova

Giovedì 17 Marzo 2016
Una bara di legno chiaro, spoglia di fiori, sopra il libro del Vangelo, aperto. Angelo Ferro, l'uomo, il professore universitario, l'imprenditore illuminato cofondatore dell'Opera Immacolata Concezione, si è presentato così per l'ultimo saluto alla città. Semplicità, essenzialità, eleganza, compostezza: queste le cifre della cerimonia d'addio, officiata ieri pomeriggio in Duomo da monsignor Claudio Cipolla e concelebrata da una sessantina di sacerdoti.
Tra loro, Albino Bizzotto, Cesare Contarini, Renzo Pegoraro e Enzo Poiana. La dolcezza della musica per archi dei Solisti veneti diretti da Claudio Scimone ha accompagnato la preghiera degli oltre duemila presenti. In prima fila il sindaco Massimo Bitonci, il prefetto Patrizia Impresa, il vicepresidente della Provincia Fabio Bui, tra la folla Giancarlo Abete, presidente dell'Unione cristiana imprenditori, già guida della Figc, Federazione italiana giuoco calcio, e poi esponenti di Unindustria e Camera di Commercio, rappresentanti dell'Università e l'Azienda ospedaliera, politici, avvocati, esponenti delle forze dell'ordine, dell'associazionismo, del volontariato. E tanta gente comune.
«La Chiesa di Padova, radunata solennemente e contenta di accogliere tutti gli amici e i familiari di Angelo, compirà il gesto di incensare quello che di lui resta, la sua reliquia: è segno di onore - ha detto monsignor Cipolla - e di ringraziamento a questo corpo che ha dato visibilità a uno dei disegni belli di Dio: donare alla nostra città e alla nostra comunità diocesana un uomo come lui. Lo ha anche dotato di caratteristiche umane straordinarie, come la capacità di conivolgere e convincere gli amici, di progettare cultura solidale, di educare l'economia alla scuola del Vangelo fino a ragionare e organizzare in sintonia con il pensiero di Gesù tutto quanto passava nelle sue responsabilità. Un uomo di fronte al quale nessuno poteva rimanere indifferente».
Segno tangibile del suo infaticabile operare è l'Opera Immacolata Concezione (Oic) che grazie alla sua forza, permeata dall'intuizione vincente di plasmare la longevità di vita e vitalità, oggi gestisce 12 residenze tra Veneto, Lombardia e Marche, con 2.380 ospiti. Il che significa lavoro, impegno e pane per oltre 1.600 dipendenti.
«Il corpo di Angelo Ferro - ha continuato il vescovo - ha camminato con noi per 78 anni, e in questo corpo la sapienza divina si è fatta storia, gesti, intuizioni, entusiasmi. Angelo aveva la certezza di essere guidato da Dio in acque tranquille e quando i momenti erano difficili aumentava il suo impegno perchè credeva che il Signore è fedele e non lo avrebbe lasciato in mano ai suoi nemici, o meglio ai nemici di quei progetti di bene che con tanta fantasia e fede aveva maturato come suoi».
Un uomo spirituale, l'ha ilvescovo, un evangelizzatore, un missionario del nostro tempo, traghettatore di fede, innamorato degli esclusi, i longevi, i deboli, i fragili. «Angelo ha testimoniato che fede e vita camminano insieme, messaggio tanto importante in questi nostri tempi che ci portano a separare, a togliere carne e storia all'annuncio del Vangelo». A tal punto, ha detto don Cipolla, che «chi ruba allo Stato, chi esclude fratelli e sorelle, chi genera guerre e vende armi, chi assiste indifferente alla morte di migliaia di persone, chi usa la politica per interessi privati o di parte, chi specula a livello finanziario o massmediatico continuando a proclamarsi cattolico, separa la fede dichiarata dalla vita praticata». Quindi l'invito a lasciarsi includere «in un sogno di società che veda le persone come prima risorsa».
Affettuosa e partecipata la vicinanza alla moglie Sergia Jessi, giornalista e critico d'arte. Le spoglie mortali dell'anima e del cuore dell'Opera Immacolata Concezione riposano ora nel cimitero di Este.(((cappellatof)))

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