Sospetti anti-vaccini sette medici nel mirino

Mercoledì 26 Aprile 2017
Sospetti anti-vaccini sette medici nel mirino
A Vicenza quattro pediatri sotto osservazione, due anche a Trieste. A Padova l'ordine dei medici non ha istruttorie aperte, ma è alle prese con un picco di casi di morbillo, segnale che le vaccinazioni non sono state fatte. A Treviso, dopo la radiazione di Roberto Gava per le sue posizioni anti-vax, il riflettore è puntato su Asolo dove si registra un dieci per cento in meno di vaccinati rispetto alla media. E pure Venezia ha uno specialista già passato sotto le forche caudine dell'ordine perché ha parlato dei rischi dei vaccini.
Clima teso e prudenza a Nordest per quella che si delinea come una battuta di caccia dei medici che storcono il naso di fronte ai vaccini, specie quelli somministrati nei primi mesi di vita. «Per ora nessun provvedimento, escluso Gava, ma ci sono posizioni aperte negli Ordini dei medici provinciali - conferma il veneziano Maurizio Scassola, vicepresidente nazionale della Federazione degli ordini dei medici - alcuni colleghi sono già stati sentiti dai presidenti, ora dovranno presentare una relazione e se ci saranno prove inequivocabili le loro posizioni saranno valutate dalle commissioni disciplinari». Le sanzioni vanno va dall'ammonizione, al richiamo, alla sospensione di sei mesi, fino alla radiazione. Scassola precisa comunque che «gli ordini non hanno organi ispettivi e si attivano solo su segnalazione».
È andato oltre le segnalazioni il presidente dell'ordine dei medici di Vicenza, Michele Valente, che ha svolto un'indagine sui tassi vaccinali sulla base dei dati dell'azienda sanitaria. Quattro i pediatri sotto la media: uno ha solo il 50% di bimbi vaccinati, un altro il 72 e altri due si aggirano sull'80%. «Ho convocato i quattro pediatri e dato loro 8-10 mesi di tempo per incrementare le vaccinazioni - spiega Valente - come ordine li stiamo supportando. Passato il periodo andremo a verificare, ma mi pare che le percentuali si stiano già alzando. Ho preferito usare mezzi persuasivi». Sempre a Vicenza c'è anche la segnalazione di una nonna che ha detto che il pediatra ha sconsigliato la vaccinazione al nipote, ma il caso è ancora al vaglio. Lo stesso tipo di indagine è stata fatta pure a Trieste e qui i pediatri sorvegliati speciali sono due. A Padova, invece, si fanno in quattro per promuovere i vaccini, non ultimo un convegno venerdì a Limena. «Registriamo molti casi di morbillo, che posso avere conseguenze gravi o mortali, effetti della non vaccinazione - spiega il presidente dell'ordine dei medici padovani Paolo Simioni - non abbiamo procedimenti aperti nei confronti di colleghi, ma l'attenzione è massima: abbiamo un osservatorio e un tavolo di lavoro che monitora il fenomeno». A partire dai medici che nel 2015 hanno sottoscritto una lettera inviata al presidente dell'Istituto superiore della sanità Walter Ricciardi in cui scrivevano che dall'«osservazione dei bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono più sani». Primo firmatario Roberto Gava, seguito da altri veneti: Luigi Brunino e Andrea Roncato di Padova, Remigio Cenzato, Pierluigi Tubia e Gennaro Muscari Tomaioli di Venezia, Goffredo Chiavelli di Treviso e Teresa Adami di Verona. A Treviso, scottati dal caso Gava e dalle vaccinazioni bis per i bimbi scoperti senza anticorpi pur essendosi già sottoposti alle somministrazioni, i riflettori sono puntati su Asolo, e sui medici che qui gravitano, per un dieci per cento in meno di vaccinati. Mentre finora non ci sono problemi a Rovigo: «Nè segnalazioni, nè casi aperti - dice il presidente dell'ordine dei medici Francesco Noce - la sensibilità dei cittadini è alta e anche il nostro impegno nel fare campagna di promozione dei vaccini».
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