Fatti 25mila vaccini e 19mila visite ai profughi in transito in Veneto

Venerdì 2 Giugno 2017
Fatti 25mila vaccini e 19mila visite ai profughi in transito in Veneto
La Regione Veneto ha speso oltre 3 milioni di euro erogando 19mila visite effettuate dai servizi di igiene pubblica sul territorio, 25mila vaccinazioni e 11mila test di mantoux per individuare la tubercolosi. Tutte prestazioni erogate a 11mila stranieri intercettati nell'ultimo anno e mezzo in Veneto. A snocciolare i numeri è l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto intervenuto ieri alla prima riunione della Trilaterale in materia di sanità Liguria-Lombardia-Veneto che si è svolta a Genova. «Le spese sanitarie per gli stranieri temporaneamente presenti sul territorio nazionale devono rimanere nel fondo a loro destinato e non essere scaricate sul Fondo sanitario nazionale» è la richiesta contenuta nell'emendamento presentato al governo dai tre assessori alla Sanità delle Regioni Veneto, Liguria e Lombardia. «Se quei soldi finiranno nel Fondo nazionale temiamo possa succedere quanto già accaduto in passato con la legge 210 che prevedeva gli indennizzi agli emotrasfusi. Per un po' dal governo sono arrivati in soldi e poi tutto si è bloccato e gli indennizzi sono passati a carico delle Regioni» spiega Coletto.
Ma per capire cosa temono le Regioni bisogna fare un passo indietro e ragionare su numeri e costi. Nell'ultimo anno e mezzo in Veneto sono transitati 30mila stranieri temporaneamente presenti, i cosiddetti Stp. Di questi i servizi sanitari del territorio sono riusciti ad intercettarne 11mila che sono stati quindi visitati e vaccinati. «Tutti gli altri non siamo riusciti a raggiungerli - spiega l'assessore - perché sono stranieri di passaggio a volte regolari ed altre volte clandestini. Ovvio che il nostro interesse, per una questione di salute pubblica, è raggiungerne il maggior numero possibile». Comunque fare la profilassi a questi 11mila è costato al Veneto oltre 3 milioni di euro. Questi soldi sono stati anticipati dalla Regione che poi viene rimborsata dalla Prefettura attraverso il fondo per gli Stp del ministero degli Interni che ammonta a 30 milioni di euro. Trenta milioni quindi che vengono distribuiti sul territorio alle Regioni con queste specifiche finalità. Ora il governo vorrebbe inglobare questi soldi nel Fondo nazionale sanitario gestito dal ministero della Salute. «Noi vogliamo evitare il collocamento generico di questo fondo - spiega Coletto - questa posizione, in sede di commissione Salute, è stata trasformata in un emendamento firmato da tutte le Regioni che hanno condiviso la necessità della costituzione di un fondo a parte per gli stranieri in transito. Quindi noi diciamo sì alle cure a tutte le persone, ma non devono gravare sul Fondo sanitario regionale». Un atto amministrativo avanzato da tutte le Regioni che assume una connotazione anche politica per le tre guidate da Luca Zaia, Roberto Maroni e Giovanni Toti.
«Il rischio - conclude Coletto - è che poi ricada tutto sulle Regioni che, tra l'altro, hanno l'obbligo di equilibrio dei bilanci. È già successo con la legge 210». La legge 210 del 1992 riconosce un indennizzo alle persone che hanno contratto patologie a seguito di trasfusioni di sangue. Il fondo a loro destinato è finito nel Fondo nazionale per la sanità che per un po' ha trasferito le risorse alle Regioni. «Poi questi indennizzi sono stati scaricati sulle spalle alle Regioni - conclude Coletto - Quindi il fondo sanitario per gli stranieri, ora in carico al ministero dell'Interno, può anche passare al ministero della Salute purché mantenga una voce a sé e che quei soldi vengano quindi destinati all'utilizzo specifico della cura sanitaria degli stranieri».
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