Schwazer, l'ultima beffa: mi rubano l'oro

Sabato 23 Luglio 2016 di La Iaaf chiede al Tas di rinviare l'udienza direttamente a Rio il giorno prima dei Giochi
Schwazer, l'ultima beffa: mi rubano l'oro
ROMA - Una beffa, o forse qualcos'altro. La richiesta della Federazione internazionale di atletica (Iaaf) di fissare al 4 agosto a Rio, un giorno prima dell'apertura dei Giochi olimpici, l'udienza davanti al Tribunale arbitrale dello Sport (Tas) per il caso di Alex Schwazer suona come una condanna già scritta. «Mi hanno rubato l'oro», commenta il marciatore altoatesino, che spera ancora in un anticipo da parte del Tas, mentre il suo allenatore, Sandro Donati si arrende: «La Iaaf ha portato a compimento un piano di eliminazione nei confronti di Schwazer studiato a tavolino. Viene eliminato con gli imbrogli un atleta di grande talento».
Il marciatore continua ad allenarsi però, il suo collegio difensivo sta sollecitando il Tribunale affinché fissi l'udienza prima e a Losanna, ma a questo punto si sente davanti ad un muro.
«Sulla data serve un'intesa tra le parti - spiega l'avvocato Gerhard Brandstaetter - Noi insistiamo per anticipare al massimo, ma dalla Federazione chiedono tempo per studiate le carte. È una mossa arrogante che ostacola i diritti di Alex, fatta per eliminarlo dai Giochi». Schwazer appare affranto: «Mi hanno rubato la possibilità di vincere una medaglia? No, di vincere la gara, che è diverso. Se l'udienza è il giorno prima dell'apertura dei giochi c'è poco da dire - ha commentato -, l'unica cosa che posso fare è continuare ad allenarmi. La mia unica speranza è che sia il Tas e non la Iaaf a stabilire quando ci sarà l'udienza». «Questa mossa finale è di un'arroganza e di una viltà senza limiti - ha attaccato Donati - e completa un piano studiato a tavolino fin dal primo gennaio, quando la Iaaf ha programmato uno strano controllo antidoping: una sorta di bomba a orologeria che ha poi fatto esplodere a giugno, troppo tardi per difendersi». «Alex è stato distrutto nel morale e nelle energie nervose. Ha tentato con tutte le sue forze di reagire ma ora siamo arrivati alla parola fine, e con lui stanno provando a mettere a tacere per sempre anche me», ha concluso Donati.
Sandro Donati, uno dei maggiori oppositori del doping, accettando di allenare Schwazer aveva lanciato con l'associazione Libera un progetto unico per trasparenza: il marciatore aveva rinunciato alle finestre orarie per i controlli e si sottoponeva ad accertamenti privati in aggiunta a quelli degli organismi preposti. Era diventato l'atleta più testato al mondo. L'obiettivo del professore era quello sferrare un colpo durissimo al sistema del doping: dimostrare che si può essere competitivi e addirittura vincere col solo allenamento.

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