PORDENONE - Il caso è scoppiato nel maggio 2015. All'allenatore pordenonese

Mercoledì 28 Settembre 2016
PORDENONE - Il caso è scoppiato nel maggio 2015. All'allenatore pordenonese - indagato di violenza sessuale aggravata su minore - sono stati subito sequestrati computer, tablet e telefonino. «Tutto è già stato restituito», precisa il suo difensore. Nei supporti informatici non è stata trovata alcuna traccia che potesse far pensare a un caso di pedofilia. «Le accuse sono infondate e lo dimostreremo», continua il legale, che chiede di non riportare il suo nome per evitare che il cliente venga identificato. È convinto che il ragazzo abbia detto molte bugie: «Gli atti sessuali da lui descritti sono improbabili, inoltre all'incidente probatorio ha confuso i periodi in cui gli episodi contestati sarebbero avvenuti». Sottolinea che dalle intercettazioni nei spogliatoi non è emerso nulla di anomalo: nè conversazioni sospette nè atti sessuali. E ancora: «Dicono che l'allenatore gli dava soldi? Gli aveva offerto aranciata e patatine al compleanno. Aveva pagato e il resto di un euro lo aveva dato al ragazzino. Nulla di più». L'obiettivo del difensore è di far revocare la misura cautelare: «Non allena più, non ci sono esigenze cautelari».
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