MILANO - È morto Bernardo Caprotti. Il patron di Esselunga avrebbe compiuto

Sabato 1 Ottobre 2016
MILANO - È morto Bernardo Caprotti. Il patron di Esselunga avrebbe compiuto 91 anni venerdì 7 ottobre. Nato in una famiglia di industriali tessili, nel 1957 partecipò alla costituzione della Supermarkets Italiani spa. Era l'inizio della catena di supermercati diffusi che avrebbe insegnato all'Italia un nuovo e più efficiente modo di acquistare. Fino ad allora nessun italiano aveva mai visto lo scaffale di un supermercato, con quelle centinaia di prodotti, diversissimi tra loro, con colori e marche straniere.
Quell'anno, il 1957, è un luogo lontano da immaginare: la Fiat presentava la sua prima 500, in Algeria i francesi cominciavano l'assedio della casbah, moriva Arturo Toscanini. E gli italiani che possedevano un frigorifero non erano più di 400 mila. Questo per dire che nel 1957 il supermercato era per noi un'astronave, e la carne in scatola Manzotin cibo per gli ufo. Supermarket (questa fu la prima insegna) fu fondata con 300.000 dollari dalla International Basic economy corporation (Ibec), compagnia di Nelson Rockfeller, che aveva lo scopo di sviluppare nel nostro paese la grande distribuzione.
Il supermercato era il simbolo dell'American way of life, qualcosa di utopico a modo suo, ricorda Carlotta Mismetti Capua nel 2007 recensendo un libro che descrive la straordinaria avventura industriale di Caprotti. «Ci siamo proposti di migliorare il tenore di vita con l'apporto di capitali, management e metodi americani», spiegava Rockfeller ai suoi azionisti. La sua Ibce dichiarava le proprie ragioni filantropiche anche nella pubblicità che realizzò per farsi conoscere dagli abitanti del quartiere. I poster recitavano così: «La spesa è uguale per tutti». Sembrava uno slogan socialista. Ma la gente, a Milano come nelle altre città in cui dopo quel 13 aprile la Ibce aprì i suoi negozi, era attirata prima ancora che dagli «sconti» e dalle «straordinarie offerte»: il supermercato sembrava una cornucopia dell'abbondanza agli occhi di una generazione che aveva vissuto la guerra. Oggi Esselunga, il marchio che con il tempo si è imposto, vale non meno di 5 miliardi di euro e domina la scena del commercio al dettaglio in Italia. Caprotti, per questo soprannominato «re dei supermercati», studiò negli Stati Uniti e si dedicò alla grande distribuzione a tempo pieno dal 1965.
Poche interviste e tanto lavoro, Caprotti è stato l'anima della catena arrivata ad avere oltre 22 mila lavoratori: dalle tessere a punti fino al lavoro sui turni, tutto proposto e seguito direttamente da lui. Nel 2013 aveva rassegnato le dimissioni da tutte le cariche aziendali. Di recente, aveva dato mandato alla banca d'affari Citigroup per valutare la vendita di Esselunga dopo le manifestazioni di interesse di Blackstone e Cvc.
L. Mar.

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