Assenteisti in ospedale tra complicità e coperture

Domenica 26 Febbraio 2017
Egregio direttore,
sulla clamorosa vicenda dell'ospedale Loreto Mare di Napoli con 94 indagati in quanto furbetti del cartellino e 55 dipendenti, medici compresi, agli arresti domiciliari, le reazioni sono ovvie in termini di riprovazione popolare. Seguono ovviamente sospensioni, licenziamenti e procedimenti penali. Ma, oltre a queste normali e legittime reazioni, restano degli interrogativi che andrebbero approfonditi. In particolare: come mai l'ospedale campano ha tollerato il fenomeno, immagino non nuovo? O gli organici sono decisamente sovradimensionati, tali da rendere irrilevante l'impatto delle assenze sui livelli del servizio sanitario, oppure i capi non si accorgevano o fingevano di non accorgersi delle assenze. Sappiamo che il costo del servizio sanitario varia da regione a regione e in genere sono più efficienti e meno costose le regioni del Nord piuttosto che del Meridione. Di qui anche l'impatto perverso dei tagli lineari, che mettono in crisi enti efficienti come il Veneto o l'Emilia Romagna.
Perché il Servizio Sanitario Nazionale non viene monitorato come si fa in azienda col normale controllo di gestione, ossia stabilendo dei parametri di efficienza/efficacia e di costo, con delle variabili legate alle caratteristiche dei territori serviti, ma fatti rispettare rigidamente con un'attenta analisi degli scostamenti?
Aldo Mariconda
Venezia
Caro lettore,
l'elevato numero di assenteisti seriali scovati all'ospedale Loreto Mare non può che far pensare a una rete di connivenze esteso a tutti i livelli nella struttura sanitaria napoletana. Gli arrestati non sono dei semplici e isolati furbetti, fanno parte di un sistema illegale che, per essere tale, non poteva che godere di coperture e complicità anche nelle strutture di vertice dell'ospedale. Lei si domanda se non ci fosse un controllo di gestione per evitare che l'assenteismo dilagasse in forma così clamorosa. Mi sembra un quesito retorico. Al Loreto Mare, con ogni evidenza, la parola controllo, per convenienza di tanti se non di tutti, era stata cancellata dal vocabolario e il concetto di gestione si riferiva agli interessi personali dei dipendenti e non invece alla qualità del servizio da garantire a tutti i cittadini. In caso contrario non avrebbe potuto accadere quello che l'indagine ha fatto emergere. Questa è l'amara realtà. E purtroppo non credo che sia una realtà isolata.

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