Aleppo, in fuga dall'inferno spari sui convogli

Venerdì 16 Dicembre 2016
BEIRUT - Un militare che si arrampica fino alla cima di un traliccio, da dove sventola una bandiera siriana. È l'immagine simbolo, trasmessa ieri dalla tv di Damasco, della riconquista governativa di Aleppo, dove l'inizio dell'evacuazione di migliaia di miliziani ribelli, civili e centinaia di feriti ha posto fine ad un assedio dei quartieri est della città che durava da oltre quattro anni. «Ad Aleppo si sta facendo la Storia», ha annunciato in un videomessaggio su Telegram il presidente Bashar al Assad. Ma il prezzo della sconfitta degli insorti è una parte della città distrutta e sofferenze immani per i tanti civili ridotti allo stremo. «Sentiamo che la vicenda di Aleppo sarà ricordata come una pagina nera nella storia delle relazioni internazionali», ha detto Jan Egeland, consigliere per le questioni umanitarie dell'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura. «Una città costruita da centinaia di generazioni - ha aggiunto - è stata distrutta da una generazione».
E intanto si ricomincia a parlare di negoziati sul futuro della Siria. La Turchia, fino a pochi mesi fa contraria alla permanenza al potere di Assad, ha fatto sapere che il suo ministro degli Esteri incontrerà il 27 dicembre a Mosca quelli della Russia e dell'Iran, i maggiori sponsor del regime siriano, per discutere di una possibile «soluzione politica» alla guerra civile.
Secondo fonti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e russe sono circa un migliaio le persone finora evacuate da Aleppo est a bordo degli ormai famosi autobus verdi utilizzati in altre operazioni simili precedenti. Nel primo trasferimento, secondo il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), sono stati impiegati 20 autobus e 13 ambulanze. I feriti portati in salvo sono stati 26, su un totale stimato di circa 300, secondo Ralph al Hage, un portavoce dello stesso Cicr. Ma l'operazione, che dovrebbe durare ancora diversi giorni, ha rischiato di saltare quando miliziani lealisti non identificati hanno sparato su alcune ambulanze che, prima dell'avvio ufficiale dei trasferimenti, si muovevano da Aleppo est per portare fuori dei feriti, ha riferito un membro dei cosiddetti elmetti bianchì, gli addetti alla difesa civile ad Aleppo est, affermando che cinque persone, tra cui due operatori della stessa organizzazione, sono rimasti feriti.
È difficile stabilire quanti devono essere ancora evacuati. Secondo la Russia, l'operazione riguarda 5.000 miliziani ribelli e le loro famiglie, ai quali è stato garantito un corridoio umanitario per dirigersi verso ovest. Jan Egeland ha detto che circa 50.000 hanno lasciato l'area di Aleppo est e sono ora in contatto con il personale delle Nazioni Unite e dei suoi partner. Ma non si sa quanti vogliano effettivamente lasciare la città.

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