Tra Mediaset e Vivendi esplode la battaglia legale

Mercoledì 22 Marzo 2017
Tra Mediaset e Vivendi esplode la battaglia legale
Nessun colpo è escluso, nella battaglia tra Mediaset e Vivendi. Il primo confronto della causa civile che vede opporsi i due gruppi nella contesa sulla piattaforma Premium fa capire quale sarà il livello dello scontro. Ieri l'udienza sembrava dovesse risolversi con una serie di questioni preliminari, e invece il gruppo di Vincent Bolloré ha chiesto i danni per diffamazione alle televisioni del Biscione, lamentando la «campagna mediatica» che avrebbe subito dopo aver rifiutato di firmare l'accordo sulla tv a pagamento. E Mediaset contrattacca, presentando a sua volta una richiesta di danni nei confronti di Vivendi per le dichiarazioni dell'Ad Arnauld de Puyfontaine sui conti di Premium.
Due giorni fa il manager di Vivendi ha lanciato parole dure sul caso Premium: «Abbiamo firmato un accordo ad aprile. Ci siamo resi conto che le informazioni fornite erano ingannevoli e abbiamo cercato un'altra strada per uscire da una situazione di cui non eravamo contenti. Sfortunatamente i nostri sforzi di trovare una soluzione sono stati superati dagli eventi». Così ieri la media company francese si è presentata in aula con una domanda riconvenzionale - ovvero un'autonoma azione che amplia il tema della causa - e ha chiesto il risarcimento, sostenendo che la controparte, subito dopo la mancata vendita di Premium, avrebbe attuato un'azione diffamatoria nei suoi confronti. Il medesimo danno lamentato da Mediaset nella controquerela incentrata sulle affermazioni di de Puyfontaine, che per descrivere la piattaforma tv ha usato due metafore colorite: ha affermato che Premium è stata venduta da Mediaset come fosse «una Ferrari» mentre in realtà era «una Fiat Punto», e ancora che durante le trattative sarebbe stata presentata dal Biscione «come un ristorante a tre stelle» e invece «è solo un Mcdonald's».
L'istanza per diffamazione si aggiunge alle altre due innescate dagli esposti di Mediaset contro Vivendi: la prima per richiedere l'esecuzione coattiva del contratto per l'acquisto di Premium e il risarcimento dei danni subiti, la seconda per le modalità della scalata a Mediaset, sfociata nell'apertura di un'inchiesta della Procura di Milano che ha indagato per aggiotaggio Bolloré e de Puyfontaine. La holding della famiglia Berlusconi ha chiesto al gruppo francese un risarcimento da 570 milioni per i danni subiti dalla disputa su Premium, correlati fra l'altro «alla diminuzione di valore delle azioni Mediaset in conseguenza dell'accaduto, al mancato apprezzamento delle stesse ove si fosse dato corso all'esecuzione del contratto, nonché all'evidentissimo danno di immagine». E ora Fininvest ravvisa anche la violazione dei patti parasociali per la scalata dei francesi arrivati al 28,8% di Mediaset (29,94% dei diritti di voto), mentre il patto parasociale su Premium - che in base agli accordi sarebbe divenuto efficace con la firma dell'operazione - prevedeva una partecipazione di Vivendi non oltre il 3,5% del Biscione, impediva l'acquisto di azioni nel primo anno dal closing e il superamento del 5% del nel secondo e terzo anno.
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