ROMA - Di ripresa vera e propria non si può ancora parlare. Quella dell'economia italiana è piuttosto una «ripresina». Nel quarto trimestre dell'anno, la crescita del Pil è stata dello 0,2 per cento, in lieve rallentamento rispetto al +0,3% dei tre mesi precedenti e con un aumento tendenziale rispetto al quarto trimestre del 2015 dell'1%, rivisto al ribasso rispetto al +1,1% stimato poco più di due settimane fa. Il dato più positivo sta forse nella crescita annuale corretta, quella che tiene cioè conto dell'effetto sull'economia del numero di giorni lavorativi. Il Pil 2016 è aumentato in questo caso dell'1% (contro il + 0,9% grezzo comunicato solo due giorni fa). Per il Tesoro si tratta di un buon risultato, che non soddisfa ancora in pieno ma che, fanno notare da Via XX Settembre, raggiunge comunque finalmente la cifra tonda. Il problema è che, nonostante il segno più dell'ultimo biennio, secondo le rilevazioni dell'Istat, il livello del Pil italiano è stato nel 2016 «ancora inferiore di oltre il 7% rispetto al picco di inizio 2008», prima cioè dell'inizio della grande crisi. Come comunicato dall'Istituto di statistica il primo marzo, lo scorso anno l'economia si è riportata appena sopra i livelli di produzione del 2000. Caso unico tra i big europei.
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