La prima tradita dalla crisi Mattarella resta a Roma In sala l'ex re di Spagna

Giovedì 8 Dicembre 2016
La prima tradita dalla crisi Mattarella resta a Roma In sala l'ex re di Spagna
MILANO - C'erano posti liberi ieri sera nel palco reale della Scala: ed è stato questo il segno più visibile della crisi di governo che ha costretto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a rinunciare all'inaugurazione della stagione andata, in diretta su Rai1. Il pubblico tv non ha sentito il sovrintendente Alexander Pereira che, prima dell'inizio dell'opera, la Madama Butterfly di Puccini, ha letto un suo messaggio di scuse con la promessa di venire a «rendere omaggio a una delle istituzioni liriche più prestigiose e più apprezzate del mondo». Come lui hanno dato forfait anche il presidente del Senato Pietro Grasso e i ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan e dei Beni culturali Dario Franceschini.
E così accanto al sindaco Sala (molto applaudito nel foyer), a fare gli onori di casa c'erano il presidente della Regione Roberto Maroni, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il prefetto Alessandro Marangoni e quattro abitanti delle zone terremotate. Una scelta quella di invitarli che, ha spiegato Sala, è stata presa un mese fa durante una telefonata con il Capo dello Stato. Due cittadini da Accumoli e due da Arquata sono arrivati in teatro con nel cuore il peso di quanto hanno vissuto e con «la speranza di non venire dimenticati», come ha spiegato Gabriele Vittori, marito di Gabriella Del Marro, consigliera comunale e delegata del sindaco di Accumoli. «L'Italia ha risposto bene, ringraziamo tutti» ha aggiunto. Certo per la crisi di governo un po' di preoccupazione che si rallenti la ricostruzione c'è, ma «crediamo nello Stato» ha assicurato Gabriella.
Lustri e lustrini, ma non troppo. Protagonista indiscussa la musica di una Madama Butterfly riportata alle origini. È il riscatto di Puccini a centododici anni da quel lontano 17 febbraio 1904. Questa volta senza linciaggio in sala (anche se nella piazza antistante il teatro le contestazioni dei centri sociali hanno animato con qualche fumogeno, maschere, lancio di ortaggi e lo striscione «Bella ciaone. E adesso cacciamoli tutti») e senza l'imboscata del pubblico sobillato dai nemici del musicista; ma soprattutto con un allestimento scenico che al pubblico è piaciuto. I costumi sfarzosi e caricaturali hanno abbracciato la scena, scontrandosi con la sobrietà (inusuale per questa occasione) degli spettatori. Poche paillettes, rari gli abiti improbabili, pochi cappelli estrosi: il tappeto rosso è apparso sguarnito.
Tra i presenti, superata la piazza blindata, molta finanza (Jean Pierre Mustier, Unicredit, Fabrizio Viola neo ad della Popolare Vicenza, Carlo Messina, Intesa Sanpaolo), quindi Francesco Caio, Corrado Passera, Claudio Descalzi accompagnato, Emma Marcegaglia, Carlo Sangalli, Giorgio Squinzi, l'etoile Roberto Bolle e l'ex re di Spagna Juan Carlos, che alla Scala «per quarant'anni» non è potuto venire, e quindi ieri ne ha approfittato. L'opera è stata apprezzata anche dai detenuti del carcere di San Vittore, dov'è stata proiettata in diretta, alla presenza dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio e dello scrittore Gianrico Carofiglio.
La versione della Butterfly che al suo debutto, nel 1904, era stata appunto un sonoro fiasco, ieri sera con la direzione del maestro Riccardo Chailly e la regia di Alvis Hermanis ha avuto 14 minuti di applausi, con pioggia di fiori dalla galleria, ovazione per il direttore e per la soprano Maria Josè Siri. Una prima trasmessa in diretta su Rai1 e sulle tv straniere (Giappone incluso, pur in differita) con proiezioni al cinema in Italia e anche all'estero, fino all'Australia.
R.C.
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