Londra alle prese con le 12mila euronorme che dovranno diventare leggi britanniche

Venerdì 31 Marzo 2017
Londra alle prese con le 12mila euronorme che dovranno diventare leggi britanniche
Il grande districamento è iniziato: il Regno Unito, nel primo giorno da stato membro uscente dell'Unione europea, ha puntato i riflettori sulle migliaia di leggi europee - si parla di 12mila - che ora andranno convertite in legge britannica, sottraendone l'interpretazione alla Corte europea di Giustizia attraverso la revoca dell'atto con cui nel 1972 il paese aveva stabilito la supremazia della legge Ue su quella nazionale. «Le nostre leggi saranno fatte a Londra, Edimburgo, Cardiff e Belfast, e interpretate non dai giudici in Lussemburgo ma da quelli in tutto il Regno Unito», ha spiegato il ministro per la Brexit, l'euroscettico David Davis, che ha pubblicato un Libro Bianco in cui indica come intende perseguire un'uscita «scorrevole e ordinata» attraverso il Great Repeal Bill, una sorta di legge millerevoche che entrerà in vigore il giorno dell'uscita dalla Ue, dopo i due anni previsti dall'articolo 50 del Trattato di Lisbona a cui ieri la premier Theresa May ha fatto appello, ossia il 29 marzo del 2019. Questa legge darà al governo il potere di correggere lo statuto. Per rendere più spedito un lavoro monumentale, Davis ha parlato di un ruolo ridotto per il parlamento, in base alla cosiddetta clausola di Enrico VIII che permette al governo di revocare delle leggi senza passare per i deputati.
Già nei mesi passati la May aveva cercato di invocare l'articolo 50 senza passare per il voto di Westminster in base alla Prerogativa Reale, salvo poi essere costretta a farlo per via di due sentenze dell'Alta Corte e della Corte Suprema.
Il presidente francese François Hollande, parlando con la May al telefono, le ha detto che «prima bisogna iniziare le discussioni sulle modalità del ritiro», ossia diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito e conto da saldare per lasciare Bruxelles, e poi definire i rapporti futuri tra il paese e i suoi ex partners.
Frasi dure, a cui si somma il problema interno della Scozia, che ieri ha chiesto ufficialmente un secondo referendum sull'indipendenza. Ma per i sondaggisti di YouGov il 69% dei britannici è con la May e vuole solo che la Brexit avvenga, tanto che pure l'imparziale BBC è costretta a difendersi dagli attacchi di chi la trova troppo europeista. Il vento, nel paese, sta cambiando.
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