Aviaria, allarme per l'epidemia tra i bovini Usa: tra i sintomi del primo uomo infettato c'è la coingiuntivite. L'esperto: «Probabili altri casi»

Venerdì 3 Maggio 2024
Influenza aviaria, i sintomi e il primo caso di trasmissione all'uomo negli Usa: cosa è, rischio pandemia?

Dopo il Covid-19, l'influenza aviaria potrebbe scatenare la prossima pandemia? Se fino a poco tempo fa si pensava che fosse una malattia trasmissibile solo tra animali, abbiamo avuto il primo caso di uomo infettato in Texas, negli Stati Uniti.

Ma quali sono i sintomi? E bisognerà stare in allerta?

Aviaria prossima pandemia, i virologi: «Virus sta mutando e si trasmetterà all'uomo». È allarme negli Usa

I sintomi

Il sintomo presentato dal primo caso umano, un lavoratore di un azienda che produce latte in Texas, collegato all'epidemia di virus dell'influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità che circola tra i bovini da latte negli Stati Uniti è una congiuntivite con emorragia a entrambi gli occhi, che per fortuna non sembra compromettere la vista. 

Cosa è

Identificata per la prima volta in Italia più di un secolo fa, l'influenza aviaria, come si legge sul sito dell'Iss è una malattia degli uccelli causata da un virus dell'influenza di tipo A, che può essere a bassa o ad alta patogenicità. Diffusa in tutto il mondo, l'influenza aviaria è in grado di contagiare pressoché tutte le specie di uccelli, anche se con manifestazioni molto diverse, da quelle più leggere fino alle forme altamente patogeniche e contagiose che generano epidemie acute. Se causata da una forma altamente patogenica, la malattia insorge in modo improvviso, seguita da una morte rapida quasi nel 100% dei casi. La paura di una nuova pandemia, originata da un passaggio del virus aviario all’uomo, ha messo in moto una serie di misure straordinarie di prevenzione in tutto il mondo. Gli Stati Uniti al momento sembrano essere più colpiti in particolare i bovini ma abbiamo anche il primo caso di aviaria trasmesso all'uomo. 

Primi caso a marzo negli Usa

Si è iniziato a riparlare di Aviaria il 25 marzo 2024 quando i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno infatti annunciato che un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità è stato rilevato nelle mucche da latte. È accaduto in Texas, Kansas e Michigan, dove un numero imprecisato di esemplari sono risultati positivi al ceppo H5N1 di influenza aviaria. 

Rischio di contagio

Dall’inizio della presente epidemia nelle zone del Sud-est asiatico, che ha preso il via nel corso del 2003, l’Oms ha lanciato un allarme a tutte le istituzioni internazionali a cooperare per attuare piani e azioni preventive per ridurre il rischio di passaggio all’uomo del virus aviario. Condizione essenziale perché virus che normalmente sono ospitati da animali diventino patogenici per l’uomo è che nel processo di riassortimento acquisiscano geni provenienti da virus umani, che li rendano quindi facilmente trasmissibili da persona a persona. I casi di influenza aviaria su uomo registrati nel corso del 2003 e 2004 sono invece casi di trasferimento diretto da pollame infetto a persone. 

Allarme pandemia

In Italia molti virologi sembrano essere preoccupati di una possibile nuova pandemia che si possa ripresentare. Matteo Bassetti, direttore delle malattie infettive a Genova si è espresso preoccupato dall'Aviaria in particolare dal fatto che sia stato scoperto in una mucca in quanto noi occidentali dalla mucca prendiamo il latte e la carne, alimenti base della nostra alimentazione. Anche se al momento non abbiamo casi nelle vicinanze ritiene che sia necessaria attenzione. 

La soluzione

Potrebbero esserci degli scenari peggiori, come ad esempio la trasmissione da uomo a uomo? Questa è la domanda alla quale il dottor Clementi ha cercato di rispondere proponendo delle soluzioni per qualsiasi evenienza. Il dottore ha elaborato un “piano preventivo” dove ha indicato come siano necessari i vaccini e farmaci antivirali ma soprattutto guardando al momento la grande incidenza tra gli animali, monitorare gli allevamenti delle diverse specie. 

L'esperto: possibili altri casi

Teme contagi sommersi lo scienziato americano Eric Topol, vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps Research Translational Institute, che commenta su X la lettera all'editore pubblicata sul New England Journal of Medicine: «È possibile/probabile che altre persone siano state infettate» dal virus aviario A(H5N1) ad alta patogenicità che sta alimentando l'epidemia in corso tra le vacche negli Usa, «ma non siano state diagnosticate». 

Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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