Condannato padre padrone islamico Puniva la figlia troppo occidentale

Lunedì 29 Maggio 2017
LA SPEZIA - I precetti islamici? Meglio la vita all'occidentale, meglio vestirsi come i coetanei italiani, uscire la sera farsi qualche drink. Ma i propositi di una ragazza che cercava normalità e libertà hanno scatenato l'ira del padre musulmano e giù botte, schiaffi e frustate con la cintura. È accaduto per anni, con la speranza di farle cambiare idea. Invece, la ragazzina divenuta maggiorenne, ha resistito nella sua battaglia ed ha finito per denunciare un padre padrone, un uomo minaccioso, manesco, che per punirla la costringeva anche a stare in piedi per ore immobile accanto al letto. Da quella denuncia avvenuta nel giugno del 2016 è nato un processo e l'uomo è stato condannato. Per lui, la figlia, non era una «buona musulmana» ed era «colpevole di aver tradito i precetti islamici», ma il giudice ha valutato gli episodi in modo diverso. Così un uomo di 44 anni originario del Bangladesh, ma da dieci anni residente alla Spezia si è visto infliggere una pena dal giudice Diana Brusacà di due anni e sei mesi di reclusione e il pagamento in favore della figlia di una provvisionale di 12 mila euro. Poi ci sarà un risarcimento da definire in sede civile. Secondo quanto sostenuto dall'accusa, il padre avrebbe impedito alla giovane figlia di uscire con le amiche e di vestirsi con gli indumenti occidentali. Le vessazioni sono andate avanti dal 2011 al 2016. L'uomo ha sempre negato le violenze. Ma la ragazza ha raccontato altro: «Mi picchiava anche perché mia sorella maggiore si era allontanata da casa, mi diceva che ero una puttana come lei».

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