VERONA - Nella mattinata di oggi, 11 ottobre, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro persone. Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 3 milioni di euro. La vicenda trae origine da un’attività investigativa e da una successiva verifica fiscale eseguita dal nucleo di Polizia Economico-Finanziaria scaligero nei confronti di un Consorzio attivo nei settori delle pulizie, del facchinaggio, della logistica e del packaging, a cui facevano capo diverse cooperative.
LE INDAGINI
Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno consentito di individuare un’associazione per delinquere responsabile dell’emissione e dell’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 62 milioni di euro tra il 2018 e il 2021.
In sostanza, le cooperative si sono rivelate imprese asservite agli interessi del Consorzio e dell’associazione criminale, svolgendo la funzione di entità giuridiche di comodo che, oltre a costituire illeciti contenitori di forzalavoro (la fornitura di manodopera è vietata se non svolta da agenzie interinali a tale scopo autorizzate), erano sfruttate per dirottare oneri tributari e contributivi mai assolti (vero guadagno dell’attività criminosa). Alla luce delle fonti di prova raccolte, oltre ai quattro soggetti tratti in arresto e al Consorzio (iscritto nel registro degli indagati), sono indagate ulteriori dodici persone, fra le quali un commercialista veronese che gestiva la contabilità del Consorzio e delle cooperative.