Anche i veneti dovranno prenotare (ma non pagare) per entrare a Venezia

Esentati del contributo d'accesso, ma non dalle multe se non rispettano le procedure. Zaia: "Serve il numero programmato", il Comune: "E' la nostra linea"

Venerdì 4 Agosto 2023 di Michele Fullin
Venezia presa d'assalto dai turisti

VENEZIA - Dall'anno prossimo o al più tardi nel 2025, i turisti che vorranno visitare Venezia senza pernottare sul territorio comunale dovranno prenotare, come si fa per i musei o per i ristoranti. La prenotazione potrà comportare il pagamento di una tassa e in caso di controlli ci saranno multe salate. All'obbligo di prenotazione saranno soggetti anche i veneti, i quali però saranno esentati dal pagamento del tributo (ma non dalle multe, in caso di verifiche). Questo per garantire una vivibilità e fruibilità minima della città sia da parte dei residenti che da parte dei visitatori. Solo in questo modo sarà possibile programmare il numero massimo di persone come di recente ha auspicato anche il presidente del Veneto Luca Zaia.

NUMERO PROGRAMMATO
«Il numero programmato dei turisti a Venezia - ha detto il ieri Zaia a Morning news di Canale 5 - sarebbe fondamentale in un momento nel quale il mondo digitale ci dà una mano: prenotiamo la poltrona al cinema, allo stadio o in aereo e in treno, potremo prenotare anche la visita alla città. Venezia è un patrimonio dell'umanità, ricordiamo che è un museo a cielo aperto - ha aggiunto - e come tale va preservato».
E il Comune farà proprio questo: prenotazione obbligatoria e pagamento della tassa. In questi anni sono stati investiti molti fondi in tecnologie per la gestione del turismo, che sono state anche sperimentate: portali elettronici, tornelli veri e propri (al momento esclusi), registrazione con il cellulare e così via. La struttura per gestire tutto questo è operativa da due anni, la Smart control room che in qualsiasi momento sa all'unità quante persone siano in città, dove e di quale nazionalità.
«Quello che dice il presidente Zaia - spiega l'assessore al Bilancio e ai Tributi del Comune di Venezia, Michele Zuin - va esattamente nella nostra linea.

Si parla molto di contributo di accesso ma in realtà è la prenotazione la vera novità. Ma Anche i veneti dovranno prenotare (anche se non pagano il contributo) e se non prenotano e vengono controllati vanno in sanzione. Lo abbiamo sempre detto: la vera rivoluzione del contributo d'accesso è introdurre la prenotazione. E senza un sistema che preveda un pagamento di un tributo, delle sanzioni (se non prenoti o non paghi) non ci dava modo di introdurre la prenotazione delle visite».

ISTITUITO PER LEGGE
In che mese si partirà? Sarà deciso a settembre, quando la Giunta del sindaco Luigi Brugnaro adotterà il calendario 2024 con le giornate da sottoporre a prenotazione. Ci sono voci che parlano di un avvio la prossima primavera, ma sono state smentite dal Comune: «Ne parleremo dopo agosto».
Un risultato, dunque, il documento-risoluzione con cui il Comitato Unesco per il Patrimonio chiede l'iscrizione di Venezia nell'elenco del Patrimonio mondiale in pericolo sembra averlo ottenuto. Il contributo d'accesso è tornato improvvisamente all'ordine del giorno nell'agenda della città.
Ad istituire il nuovo tributo era stato il Parlamento nel febbraio 2019, per la sola città di Venezia prevedendo anche una possibilità di modulazione da tre a dieci euro per visitatore, lasciando al Comune la scelta su esenzioni, esclusioni e riduzioni. Poi, però, ci fu l'emergenza Covid e si ritenne che non fosse il caso di limitare il turismo nei due anni successivi.
La tassa in se stessa è stata duramente contestata da altre importanti città turistiche (la volevano anche loro) e persino da molti veneziani.
La Cgil non perde l'occasione per punzecchiare Brugnaro: «Consideriamo positivo che il presidente Zaia si sostituisca ad un sindaco inadempiente e formuli finalmente una proposta su cui discutere seriamente. La città ha bisogno - ha detto il segretario della Cgil Venezia, Daniele Giordano - di una proposta seria sulla gestione degli accessi. Serve organizzare e definire i numeri, valutare il "carico massimo". Attenzione però nel definire Venezia un museo, stiamo parlando di una città con un (seppur fragile) tessuto sociale, non di un'opera chiusa dentro una teca».
 

Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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