Sfrattati dall'Ater, due fratelli vivono in una tenda: «Aiutateci, questa non è vita»

Mercoledì 5 Luglio 2023 di Eleonora Pavan
I fratelli Perazza costretti a vivere in una tenda

MOGLIANO - Sembra non avere fine il dramma di Riccardo ed Edi Perazza, i due fratelli moglianesi sfrattati dalle case popolari dell'Ater per inadempienza e costretti a vivere in un'improvvisa tenda di fortuna dietro il Lild di Mogliano, da diversi mesi. È da marzo che i due vivono per strada, essendo in ritardo con il pagamento dell'affitto di una delle abitazioni dell'Ater, per un debito accumulato di ormai quasi 40mila euro.

Debito che i fratelli non sono in grado di ripagare, a causa di una complessa vicenda familiare che coinvolge anche i loro fratelli più piccoli.

LA SITUAZIONE
«Questa non è vera vita. Non chiedo una villa, non mi serve: mi servono solo un materasso e un bagno. Chiedo solo questo - dice Riccardo Perazza - Da mangiare ce l'abbiamo. Non ci manca niente, solo un posto dove dormire e dove andare in bagno. Per il resto ci arrangiamo. Ci diamo una mano l'un con l'altro, ci sono anche molte persone qua attorno che ci danno una mano». Venuta a conoscenza della situazione, l'amministrazione di Mogliano si è subito attivata tramite i servizi sociali e ha proposto ai fratelli quella che è l'unica soluzione praticabile: un dormitorio a Treviso o a Mestre. Ma Riccardo ed Edi non ne vogliono sapere, poiché troppo legati alla loro città. «Quella che gli abbiamo offerto è l'unica sistemazione possibile, ma vogliono stare a Mogliano perché è qui che hanno il loro giro - spiega Davide Bortolato, sindaco di Mogliano - Il problema è che stanno in una struttura semiabusiva e in un'area in cui per legge non possono stare. Per una questione di decoro, ma anche di dignità loro. Ci auguriamo che seguano le indicazioni dei nostri centri sociali perché una sistemazione a disposizione c'è». I fratelli Perazza, infatti, sono stati più volte richiamati dalla polizia della zona: «Prima ci ha multato la polizia municipale per 500 euro e poi anche i carabinieri, con altri 400 - spiega Riccardo - La butto sul ridere per non piangere». «L'idea di un alloggio non è così immediata: ci sono delle graduatorie e determinati requisiti che il Comune deve rispettare per offrire un'abitazione - fa luce l'assessore alle politiche sociali Francesca Caccin - In ogni caso è una situazione che non può continuare in questo modo». Ciò che si è immediatamente messa in moto è anche la rete di solidarietà moglianese: «Grazie ad associazioni di volontariato come Caritas, Comunità di Sant'Egidio e Leva Civile, che li aiutano e li assistono, i due fratelli hanno la possibilità di avere pasti caldi e di lavarsi» continua l'assessore.

      

Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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