Scontrino a Venezia, il sindaco De Luca: «Due piatti di 'risi e bisi' da 96 euro così piccoli che il mio amico è andato a mangiare al McDonald's»

L'intervista al Gazzettino

Domenica 10 Settembre 2023 di Emiliana Costa
Scontrino a Venezia, il sindaco De Luca al Gazzettino: «Due piatti di 'risi e bisi' da 96 euro così piccoli che il mio amico è andato a mangiare al McDonald's»

VENEZIA - «Abbiamo deciso di provare un ristorante bellino in centro a Venezia, un locale di caratura medio-alta. E questa è stata una nostra scelta. Ma quando sono arrivati due piatti di ‘risi e bisi’ da 48 euro l’uno così piccoli da sembrare un assaggino siamo rimasti basiti. Per non parlare della porzione di pasta al pomodoro da 30 euro. Un mio amico corpulento alla fine aveva talmente fame che è andato a mangiare al McDonald’s». E’ un fiume in piena il sindaco di Taormina Cateno De Luca che, raggiunto al telefono dal Gazzettino, ha raccontato l’odissea dello “scontrino pazzo” da 309 euro dopo una cena in un ristorante della città d’acqua. Il caso è diventato di portata nazionale quando il primo cittadino siciliano ha pubblicato l’esoso conto sul suo profilo Instagram con tanto di frecciatina finale: «E poi dicono che Taormina è cara».

IL RACCONTO

De Luca stava trascorrendo una breve vacanza a Venezia con la moglie Giusy Gregorio e due amici.

Ma al momento dell’ormai noto pasto qualcosa sarebbe andato storto. «Ero venuto in laguna per ritirare un premio alla carriera come sindaco, un evento collegato alla Mostra del Cinema - spiega il primo cittadino – e così ho unito l’utile al dilettevole, passando qualche giorno con mia moglie e i nostri amici a visitare la città. Una sera abbiamo adocchiato quel ristorantino, i prezzi erano piuttosto alti ma comunque decidiamo di provarlo. Una persona del gruppo però non si sentiva bene con lo stomaco e così ha chiesto un fuori menù, pasta al pomodoro. Pasta di cui solo dopo abbiamo scoperto il costo, ben 30 euro. Del resto delle pietanze avevamo letto i prezzi nel menù, 96 euro per due piatti di riso mantecato con piselli e due (di numero) gamberoni di Mazara, 50 euro per un rombo e 48 euro per tre dessert». A questo punto De Luca arriva al nocciolo del problema: «Non ne faccio solo una questione di prezzo, anche Taormina è una città cara. Ma è il rapporto quantità-costo che ci ha lasciato senza parole. Io posso anche scegliere di pagare un conto salato ma devo essere soddisfatto, mi devo sentire sfamato. Le porzioni di riso arrivavano a malapena a 50 grammi. Il rombo da 50 euro a 100 grammi, neanche un’aragosta costa così».

BRAND VENEZIA

«Al momento di pagare non abbiamo fatto una piega, nessuna storia con il ristoratore. La mia è una riflessione più generale su un brand importante come Venezia. Capisco che la città d’acqua abbia una logistica più complicata e di conseguenza costi maggiori. Ma ci sono proporzioni da mantenere. E in termini di quantità di cibo offerto rispetto a Taormina siamo lontani anni luce. La qualità dei piatti era buona, ma il nostro amico poi ha dovuto finire di cenare al McDonald’s. Il mio ragionamento sarà poco elegante, ma io se vado a mangiare fuori mi aspetto di ricevere una bella porzione, si paga per la soddisfazione».

IL POST

E’ dell’altro ieri il post di De Luca sul suo account Instagram, post che in poco tempo è diventato virale generando una valanga di commenti. Le parole testuali del sindaco erano queste: «Tutto era buonissimo... Tranne il conto. Eravamo in quattro... Di cui uno per risparmiare ha preso spaghetti al pomodoro ma non credeva che costassero 30 euro! E poi dicono che Taormina è cara».
Immediati i commenti indignati degli utenti: «Un piatto di risi e bisi a 48 euro? Un piatto di pasta e patate con provola a Napoli quanto dovrebbe costare 80 euro?». E ancora: «Non trovo corretto giustificare un prezzo assurdo solo perché sei a Venezia. Fantastica città senza dubbio, ma una pasta al pomodoro forse è pari a un euro di spesa e non puoi farla pagare 30 euro. Non parliamo di lusso o piatti dagli ingredienti ricercati. Non condivido!».
E c’è anche chi vorrebbe che il sindaco facesse il nome dell’esoso ristorante: «Se chi pubblica gli scontrini sui social iniziasse anche a tirare fuori i nomi dei locali da cui provengono magari altri clienti ignari non ci andrebbero più». 

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci