VENEZIA - È il giorno di Piergiorgio Baita in Tribunale a Venezia, dove oggi l'ex Ad di Mantovani, comparso come testimone chiave nel sistema ideato da Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia nuova (Cvn) che ha realizzato il Mose, ha confermato tutte le accuse su come venivano 'comprati' amici e sostenitori.
L'udienza si è aperta con un'accesa polemica tra alcuni difensori degli 8 imputati e la Procura accusata, secondo loro, di non aver messo a disposizione tutti gli atti dell'inchiesta (parte delle intercettazioni).
È entrato così in scena Baita che ha ribadito, nella prima parte dell'escursione del teste da parte del Pm Stefano Ancillotto - presenti anche l'aggiunto Carlo Nordio e il Pm Stefano Buccini -, come Mazzacurati fosse il «padrone» del Cvn asservendo allo stesso le varie aziende. Baita ha quindi confermato come per partecipare ai lavori bisognasse dare il 12% degli utili e restituire circa il 50% del denaro ottenuto dal Cvn in lavori. Tutti fondi per creare 'nero' che sarebbero serviti a Mazzacurati per «acquisire consenso» sul fronte politico. Da qui, i finanziamenti illeciti per che hanno portato tra gli imputati l'europarlamentare di Fi Amalia Sartori, che oltre ad ottenere denaro avrebbe anche imposto l'assunzione in un ramo del Cvn di Claudia Minutillo, ex segretaria dell'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, da lui giubilata, e tra i prossimi testimoni del processo.
Quindi viene confermato il sistema di fondi neri che sarebbero finite a politici ed alti funzionari dello Stato, con un unico 'padrone', Giovanni Mazzacurati che dava ordini a tutte le imprese consorziate per raccogliere denaro altrimenti sarebbero state fuori dalle opere per la salvaguardia di Venezia legate alla realizzazione del sistema Mose. Baita alla fine ha anche parlato di contributi dati per interventi a favore della città e per le campagne elettorali di esponenti della politica locale per Amministrative e Regionali, dal 2005 in poi. In aula, sono stati fatti da Baita, senza dare alcuna specificazione sul tipo di contributo, i nomi di Massimo Cacciari, Giorgio Orsoni e del suo antagonista Renato Brunetta, ma anche quello di Giancarlo Galan.