Spinea. Il pestaggio degli 8 bulli: avevano scaraventato sui binari un 14enne e picchiato la ragazza. Ricostruita la dinamica della serata

Martedì 27 Febbraio 2024
Spinea. Il pestaggio degli 8 bulli: avevano scaraventato sui binari un 14enne e picchiato la ragazza. Ricostruita la dinamica della serata

SPINEA (VENEZIA) - Sono otto, italiani, e hanno tra i 15 e i 18 anni. Sono cinque ragazzi e tre ragazze (quattro di questi, a dispetto della giovanissima età, già con precedenti), tutti studenti delle scuole della zona, tutti residenti a Spinea (Venezia). Questo l’identikit della baby gang che secondo la polizia ferroviaria di Venezia sabato 13 gennaio avrebbe inseguito, minacciato e mandato all’ospedale un 14enne di Mirano.

I poliziotti, dopo aver raccolto la querela del ragazzino, hanno analizzato i filmati della telecamere della stazione ferroviaria di Spinea, dove sarebbe avvenuta l’aggressione: gli otto sono stati denunciati per minacce, violenza privata e lesioni. 

LA RICOSTRUZIONE

Quel sabato pomeriggio la lite era iniziata già qualche ora prima. La vittima viene a Spinea con la fidanzatina e insieme vanno a cena al McDonald’s. Qui, i due si trovano con la banda. E qui son subito scintille: sono le tre quindicenni ad avere un conto in sospeso con la ragazza del 14enne. Gelosie da adolescenti, piccoli rancori da social. Le tre giovanissime (che in passato avevano già avuto dei guai con la giustizia per una questione di bullismo poi sfociata addirittura in stalking), aggrediscono la coetanea. «La risolviamo qui, adesso». I due fidanzatini capiscono che non è il momento di discutere e si allontanano verso la stazione per prendere il treno e tornare a casa. Il gruppo però li segue. Una volta in stazione, al ragazzo viene impedito di prendere il suo treno, viene spintonato e trattenuto. «Non te ne vai finché loro non hanno finito». Nel frattempo le tre ragazzine si avventano sulla fidanzatina, le strappano i capelli. Il 14enne prova a ribellarsi ma i cinque ragazzi lo scaraventano contro i binari, il ragazzo sbatte violentemente la testa. A quel punto, il gruppo si allontana. I due chiamano aiuto e sul posto arrivano gli agenti della Polfer. Il 14enne ha una profonda ferita alla testa ed è sotto choc. La ragazza non sporge denuncia, il fidanzato invece sì, anche perché quell’aggressione gli costa 12 giorni di prognosi. 

LE INDAGINI

Grazie alle immagini e alle testimonianza, la polizia ferroviaria riesce a ricostruire il gruppo: si tratta di una compagnia di giovanissimi di Spinea, tutti italiani (alcuni di seconda generazione), che si è già messa in mostra in passato. In particolare l’unico 18enne, già gravato da precedenti, e le tre ragazze, che erano state denunciate per aver perseguitato e vessato delle coetanee. Alcuni provengono da famiglie seguite dai servizi sociali, altri però sono sconosciuti sia al Comune sia alle forze dell’ordine. 
Si cercherà di capire, inoltre, se questa banda sia la stessa che negli ultimi due anni ha creato diversi disagi in città. Scorribande culminate nell’estate del 2022 quando un gruppetto di ragazzini aveva messo a ferro e fuoco anche la tradizionale “Notte gialla” cittadina, rigando le auto in sosta e rubando dai banchetti dei mercatini davanti ai negozianti allibiti. In quell’occasione era intervenuta per fronteggiarli anche l’allora sindaca di Spinea Martina Vesnaver. I ragazzini, però, neppure di fronte all’autorità si erano sentiti intimoriti. Quello che cercherà di approfondire la polizia ferroviaria è capire se possa esserci qualche analogia (o qualche componente in comune) tra i gruppi.

MISURE PREVENTIVE

L’episodio di Spinea è avvenuto a pochi giorni di distanza da un altro caso di violenza nei confronti di un 14enne. A metà febbraio, infatti, a Mestre un ragazzino era stato picchiato davanti alla sua scuola, il liceo scientifico “Bruno”, da un gruppo di coetanei di origine turca. Il video del pestaggio, poi, era diventato virale sui social. Il 14enne era finito all’ospedale con diverse lesioni. 
Nel frattempo per l’aggressione in stazione tutti e otto i ragazzi sono stati denunciati a piede libero alla procura dei minori. E non è finita: gli atti sono stati trasmessi anche alla divisione anticrimine della questura, che sta valutando, in base al decreto “Caivano”, l’adozione di misure di prevenzione.

Ultimo aggiornamento: 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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