Venezia. L'allarme dell'Ordine dei medici: «Non date l'amicizia ai pazienti sui social e non suggerite cure nei post»

Domenica 6 Agosto 2023 di Filomena Spolaor
L'allarme dell'Ordine dei medici: «Non date l'amicizia ai pazienti sui social e non suggerite cure nei post»

VENEZIASi alza il livello di attenzione contro l'uso distorto dei "social network" in ambito medico: parte anche da Venezia la campagna per il rispetto della professione medica e per una corretta comunicazione medico-paziente.

Con l'impegno rinnovato da parte di Giovanni Leoni, presidente dell'ordine lagunare e vice nazionale, che da tempo si batte per la necessità di dare alcune raccomandazioni sull'uso dei social media, di sistemi di posta elettronica e di "istant messaging". «Come in una redazione si verificano con attenzione le fonti e si valuta ogni aspetto della pubblicazione di un articolo spiega Leoni -, così esistono i principi del codice di deontologia nella comunicazione medica.

I "social" hanno sdoganato tutto e le notizie hanno una grande risonanza, anche per quanto riguarda un possibile riferimento a ritorni economici».
La produzione di raccomandazioni, che si è concretizzata in un documento elaborato dal Gruppo di Lavoro della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), di cui Leoni è vice presidente, nasce da una necessità presente già in periodo pre-Covid, esplosa durante la pandemia con casi estremi di utilizzo inadeguato dei moderni sistemi di comunicazione, che ha portato anche alla radiazione di medici iscritti proprio all'Ordine di Venezia.
«Consapevolezza della malattia, coinvolgimento del paziente e lotta alle fake news - dice Leoni -, sono solo alcuni ambiti nei quali un medico che frequenta i "social media" si ritrova a operare. Su queste piattaforme si trova spesso a confrontarsi con i propri colleghi o pazienti, magari esponendo casi clinici. In Italia, questo tipo di comunicazione avviene in assenza di una regolamentazione specifica, di raccomandazioni che possano indicare quali atti un medico può fare».

LE BUONE PRATICHE

Tra le buone pratiche meglio dunque prevedere, se possibile, l'apertura di due profili, uno personale e uno professionale. Usare cautela nell'accettare le richieste di amicizia dei pazienti. Assicurarsi della validità scientifica dei contenuti diffusi attraverso i post. Scrivere di salute, con particolare attenzione alla prevenzione e alla lotta alle "fake news". Non suggerire cure, né tantomeno dare consigli clinici individuali. Rispettare sempre la "privacy" e l'anonimato dei pazienti e non diffondere dati sensibili. Esplicitare un eventuale conflitto di interessi. Sono alcune delle raccomandazioni, che impegneranno l'Ordine nazionale verso una riforma del codice deontologico. «È necessario proteggere - evidenzia Leoni - una fascia di popolazione facilmente influenzabile».

I CASI LOCALI

Tra i casi locali documentati pubblicamente anche online, in siti di informazione e social media, c'è quello dell'anestesista Barbara Balanzoni, radiata dall'Ordine dei medici di Venezia nel maggio 2022, nota per le sue posizioni "no vax" espresse sui social e i duri attacchi contro gli infermieri. La dottoressa aveva anche ribadito la sua intenzione di continuare a esercitare la professione medica in modo abusivo, nonostante il provvedimento.
La commissione disciplinare dell'Ordine dei medici, presieduta da Giovanni Leoni, nel giugno 2022 aveva radiato anche Ennio Caggiano, dottore di famiglia con ambulatorio a Camponogara. Con i suoi post su Facebook, si era posto in contrasto con l'obbligo di sensibilizzazione dei cittadini a comportamenti positivi per la salute come la vaccinazione. Aveva emesso certificati di esenzione e differimento in contrasto con la normativa vigente. Il medico era già stato sospeso per sei mesi dall'Usl 3, per avere pubblicato sui social la fotografia dell'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, accompagnata dalla frase "Il vaccino rende liberi".

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 19:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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