Negozio storico di Venezia sfrattato dopo 98 anni: «Una lettera, poi nulla»

Domenica 18 Giugno 2023 di Michele Fullin
Ida Bastianello con il marito e le due commesse

VENEZIA - Fatta eccezione per i caffè Florian e Quadri, con i suoi 98 anni e tre generazioni di gestione familiare ininterrotta, Bastianello, in piazzetta dei Leoncini, è il più antico negozio di San Marco.

Per uno scherzo del destino, la celebrazione del centenario rischia di saltare, poiché il negozio ha ricevuto la disdetta del contratto giusto alla scadenza dei primi sei anni del 6+6 e a febbraio 2024 dovrebbe lasciare i locali (anzi, il locale, visto che si parla di una quindicina di metri quadrati) liberi.


UNA LUNGA STORIA
A dare lo sfratto al negozio, che fa parte dell’edificio dell’ex chiesa di San Basso è la Basilica di San Marco. Proprio lì da tempo c’è il deposito zaini e bagagli per i visitatori della Basilica che ha un’apertura in calletta che porta a calle Larga e l’altra proprio a fianco del negozio Bastianello. La Curia vorrebbe ricavare proprio nel sito del negozio l’entrata o l’uscita in modo da non causare code e intasamenti.
La storia del negozio racconta di famiglie che vivevano sul luogo di lavoro fin dalla più tenera età. Il negozio già nel 1907 era stato aperto da Tommaso Filippi, celebre fotografo allievo di Carlo Naya per vendere cartoline di sua creazione. Nel 1925 fu ceduto alla primogenita Ida e alle sue sorelle e proprio quell’anno arrivò dal paese di Dardago (Pn) un bambino orfano di 10 anni, Angelo Bastianello, il quale si rivelò subito prezioso. Dopo la guerra, Ida cedette il negozio ad Angelo che cominciò a vendere vetro e maschere veneziane. Ora è gestito da Ida Bastianello, figlia di Angelo, con il marito Gianni e la figlia Federica, aiutati da due dipendenti.


DISDETTA
«Purtroppo - racconta Ida Bastianello tra le lacrime - temo che non riusciremo a fare i cent’anni. Siamo stati sempre diligenti, abbiamo sempre pagato l’affitto (come si immaginerà, migliaia di euro al mese) anche con il lockdown e quando non c’erano turisti. E adesso ci chiedono di andar via. Abbiamo provato a parlare: ci hanno detto che quel fondo serviva e che si sarebbero adoperati per un’altra sistemazione, ma poi ci hanno fatto sapere di non avere nulla. Quindi a febbraio 2024 dovremo chiudere. In questo negozio ci vivono 4 famiglie: la nostra, quella di nostra figlia e quelle delle due dipendenti. Quello ci dispiace - conclude è non aver avuto considerazione. Solo un incontro poi nulla. Eppure a noi basterebbe solo avere un po’ più di tempo per organizzarci».


LA MEDIAZIONE
L’assessore al Commercio, Sebastiano Costalonga, è rimasto anch’egli stupito dalla vicenda.
«Auspico che si riesca a trovare un accordo per continuare l’attività - commenta - vista la storicità del negozio. Io mi rendo disponibile a fare da mediatore per capire se è possibile trovare la quadra».
Dalla Curia ribadiscono che non c’è margine. «Nessuna dietrologia, nessun secondo fine - dice don Fabrizio Favaro, vicario patriarcale agli affari economici - loro sono delle brave persone, ma quel locale ci serve. Abbiamo colto la scadenza dei sei anni per dare la disdetta: alti sei anni sarebbero stati un tempo troppo lungo. L’intento è utilizzare meglio l’ex chiesa di San Basso per la sua funzione di accoglienza dei visitatori della Basilica. La possibilità di usare uno spazio che è nostro consentirà di accogliere meglio i visitatori. Non abbiamo purtroppo altri negozi in piazza - conclude - ma la zona di san marco è piena di locali sfitti. La disdetta è stata mandata più di 12 mesi prima e hanno il tempo per guardarsi intorno». 
 

Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 15:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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