Silenzio, parla il Patriarca: «I gay?
Niente nozze, ma sì ai diritti»

Domenica 26 Ottobre 2014 di Alvise Sperandio
Francesco Moraglia
9
MESTRE - Unioni gay, il patriarca di Venezia apre sui diritti "relativi". «Gli omosessuali non possono sposarsi, perché il matrimonio riguarda soltanto l'unione tra un uomo e una donna, ma ciò non toglie che i diritti civili delle relazioni che riguardano loro possano essere riconosciuti per legge nell'ambito del diritto privato».



Monsignor Francesco Moraglia ieri era a Mestre per l'incontro annuale della diocesi dedicato alle famiglie tenutosi all'istituto salesiano San Marco. A margine dell’incontro, sollecitato dalle domande, Il patriarca ha ripreso i temi dell'ultimo Sinodo, appuntamento caratterizzato dall’emergere di posizioni nette di «conservatori» e «riformisti» tra i vescovi partecipanti.



Tema rovente quello delle unioni dei gay sul quale, ferma restando la netta contrarietà alle nozze, è confermata l'apertura a un riconoscimento normativo dei diritti relativi. «Nell'ambito del diritto privato delle persone si può fare. Penso, a titolo esemplificativo, alla questione delle pensioni di reversibilità», ha detto Moraglia prima di celebrare la messa, che al Vangelo di ieri proponeva una riflessione liturgica sull’amore e il suo significato.



Il patriarca ha parlato a tutto campo sulla famiglia senza risparmiare critiche a una politica che poco starebbe facendo per sostenerla.



«Metter su famiglia - ha affermato - e mettere al mondo dei figli in questo momento storico di grossa crisi, vuol dire avere coraggio. Dire di sì e per sempre a una persona, rendendosi disponibili al dono della vita, significa fare un grande servizio alla Chiesa e alla società civile. Ci sono segnali incoraggianti nella giusta direzione, come gli 80 euro al mese per le neo mamme annunciati dal presidente del Consiglio e il bonus bebè, ma bisognerebbe cambiare anche il punto di vista. Non ci si può limitare soltanto a sostenere i nuclei in difficoltà, con interventi emergenziali, ma bisognerebbe promuovere la famiglia in sè e per sè, come soggetto della politica, avendo riguardo a tutti gli aspetti reddituali e fiscali e al numero dei figli a carico, prevedendo i relativi sgravi».



Il patriarca ha richiamato le indicazioni del Sinodo anche su un altro tema d’attualità: la comunione ai coniugi divorziati e risposati. «Papa Francesco è stato chiaro nel chiedere di non prendere scorciatoie, nel mettere paletti e nel dare indicazioni che siamo tutti chiamati ad osservare. Si sta dibattendo sulla possibilità di un percorso di penitenza in vista della riammissione al sacramento. Probabilmente bisognerà valutare caso per caso. Certo è che dopo questa sessione, il momento delle decisioni ultime sarà la seduta ordinaria del prossimo anno, per cui occorre aspettare».



Monsignor Moraglia ha anche lanciato un monito, riprendendo le parole dello stesso pontefice a proposito di «una famiglia sotto attacco, un attacco senza precedenti perché è bastonata da tutte le parti e la lasciano molto ferita. Questa è l'ora della famiglia, chiamata a essere soggetto e non più solo fruitrice di un servizio - ha spiegato -. Dobbiamo ripartire da questo, di più, meglio e con maggiore consapevolezza, liberandoci dalla paura dei piccoli numeri, che sono tipici di ogni novità».
Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci