Martellago. In causa con Wind per la tassa sul suolo pubblico da 800 euro, la società ricorre al giudice contro l'avviso di accertamento

Giovedì 22 Febbraio 2024 di Nicola De Rossi
In causa con Wind per la tassa sul suolo pubblico di 800 euro, la società ricorre al giudice contro l'avviso di accertamento

MARTELLAGO - Nuovo contenzioso con un gestore telefonico, stavolta però non c'entrano le antenne ma i "cavi". Come sta facendo in tutt'Italia Wind, con cui pure il Comune di Martellago ha in atto una collaborazione per la Smart City, gli ha notificato un ricorso al giudice di pace di Venezia, udienza 19 marzo, contro l'avviso di accertamento per il mancato pagamento, per l'anno 2022, del canone unico patrimoniale, la tassa di occupazione del suolo pubblico che avviene tramite l'utilizzazione "mediata" di cavi e condutture. Il decreto legge 146/21 ha introdotto l'obbligo di versare il tributo, oltre ai proprietari dei cavi, in genere Tim, anche per gli operatori che utilizzano quelli di altri soggetti, stabilendone la soggettività passiva per via mediata. Il canone non è calcolato sulle utenze del servizio né i metri quadri di sottosuolo occupati, ma è fissato dalla norma in (soli) 800 euro l'anno, che però, moltiplicati per tutti i comuni italiani, fanno un bel gruzzolo.

E Wind l'imposta non vuole pagarla, sostenendo che non è dovuta né vi sarebbe da parte sua alcuna occupazione, neppur mediata, di suolo pubblico. Di qui il ricorso contro cui la giunta il 16 febbraio ha deliberato di costituirsi incaricando il legale Paolo Brambilla, per una parcella di 757 euro. La cifra in gioco è scarna, mille euro tra canone, adeguamento Istat, sanzioni e interessi, ma dal municipio devono attivarsi per ottenere quanto (ritenuto) dovuto, per non causare danni erariali e vedere confermata la legittimità della pretesa tributaria: viceversa, sarebbero a rischio anche le imposte future e quelle di altri gestori e l'ammanco aumenterebbe.

ALTRI PROVVEDIMENTI

Ma non è l'unico provvedimento "giudiziario" preso la settimana scorsa dalla Giunta, che ha anche deciso di proporre opposizione contro lo stato passivo del fallimento della G.m.g., azienda in via Pertini che commercializzava dolci e prodotti da forno dichiarata fallita a ottobre e da cui il Comune vanta un credito di Imu di tremila euro, ammesso dal curatore ma solo tra quelli chirografari, pagati (se resta qualcosa) solo dopo quelli in prededuzione e privilegiati: per l'Amministrazione invece, trattandosi di tributi locali, la pretesa creditizia dovrebbe salire al grado di privilegio. Incaricato pure qui, per presentare ricorso al tribunale fallimentare lagunare, l'avvocato Michele Ometto, per 903 euro. Proprio nei giorni scorsi il Comune, dopo dieci anni, ha ricevuto il "pagamento" di un altro credito chirografario, di 2.471 euro (derivante da depositi cauzionali e fatture a credito per il servizio di energia elettrica svolto tra 2011 e 2014) che vantava da Exegia, una delle società del crack da tre miliardi dell'ex "re del gas" Marco Marenco. Dal riparto verso i creditori cui ha proceduto il commissario in base al concordato omologato nel 2013 dal Tribunale di Asti, al Comune sono toccati 48 euro.

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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