VENEZIA - Un destino inaccettabile, quello toccato a Laura Borina, la 26enne originaria della provincia di Treviso ma che da anni lavorava e studiava a Venezia, morta improvvisamente martedì, dopo che un malore improvviso se l'è portata via nel giro di 24 ore, nonostante il tempestivo ricovero all'ospedale Civile.
LA FAMIGLIA
Un accertamento che, vista la dinamica repentina e inspiegabile della morte, quasi sicuramente sarà autorizzata e avverrà nei prossimi giorni: «si spera il prima possibile, per dare quanto prima delle risposte a una famiglia rimasta improvvisamente senza una figlia. La famiglia è sotto choc» dice l'avvocato dei Borina, Alessandra Gracis, «speriamo che vengano disposti i riscontri diagnostici sulla salma di Laura il prima possibile, speriamo prima di Natale, dato che in quel periodo è comprensibilmente più difficile ottenere la reperibilità da parte dei medici legali e più giorni passano senza risposte più la sofferenza della famiglia si prolunga». Una sofferenza resa ancora più inspiegabile dal fatto che Laura, come conferma la stessa famiglia per bocca dell'avvocato Gracis, non soffriva di alcuna malattia né aveva mai manifestato problemi di salute. «Era una ragazza sana, non aveva alcuna patologia pregressa».
I COLLEGHI
Solo l'autopsia potrà chiarire cosa sia successo a Laura: si può solo ipotizzare, per ora, che la ragazza soffrisse, senza saperlo, di una malattia rara che l'avrebbe portata all'anemia fatale che ha causato il decesso improvviso. La scomparsa di Laura ha lasciato attoniti anche i colleghi dell'Hard Rock Cafè di Venezia, dove la giovane lavorava dal 2019, portando avanti anche gli studi all'università di Ca' Foscari. «Una ragazza con la testa sulle spalle - dicono dal locale veneziano - i ragazzi sono tutti molto scossi. Questo è un ambiente giovane e l'azienda è molto attenta ai bisogni dei dipendenti. Ci stringiamo alla famiglia di Laura e la ricorderemo sempre».