Jesolo. Non si presenta al lavoro, la polizia fa irruzione in casa e lo trova esanime al letto: Raffaele muore a 61 anni per un malore improvviso

Sabato 6 Aprile 2024 di Fabrizio Cibin
Non si presenta al lavoro, la polizia fa irruzione in casa e lo trova esanime al letto: Raffaele muore a 61 anni per un malore improvviso

JESOLO - Quando Polizia e vigili del fuoco sono entrati in casa lo hanno trovato ancora steso a letto, ormai esanime: per lui non c'era più nulla da fare. Se n’è andato probabilmente nel sonno, colpito da un malore improvviso, Raffaele Pastena, poco prima di iniziare una nuova nottata di lavoro come guardia giurata.

Aveva 61 anni e lascia due figli, Eleonora ed Edoardo. Originario di Vulcano, isola italiana appartenente all'arcipelago delle Eolie, in Sicilia, Raffaele si era trasferito a Jesolo, dove aveva trovato l'amore con una ragazza del posto. Da anni occupato come addetto al salvataggio, durante il periodo autunno-invernale era solito svolgere altri lavori: da circa un mese lavorava per la Securitalia, azienda operante nell'ambito della sicurezza.

IL RICORDO

«Ci eravamo visti verso mezzogiorno e poi lui è rientrato a casa per andare a riposare, visto che iniziava il turno alle 22», riferisce Alessandro Berton, titolare della Jesolmare. I due si conoscono da molti anni, prima come colleghi di lavoro («Abbiamo condiviso una torretta di salvataggio per dieci anni»), poi come datore di lavoro e dipendente, anche se il rapporto andava molto oltre («Eravamo come fratelli»). Quando alla sede di Securitalia non lo vedono arrivare, i colleghi provano a contattarlo, ma inutilmente: si recano direttamente nella sua abitazione, un appartamento al terzo piano di una palazzina di via Oriente, dove viveva da solo, ma senza ottenere risposta. E così, preoccupati, decidono di dare l'allarme. I vigili del fuoco sono intervenuti con l'autoscala, nel frattempo sul posto giunge anche la volante della Polizia e l'ambulanza del Suem. Raffaele è stato trovato ancora a letto: era stato colto dal malore mentre dormiva. Dopo che il medico ha constatato il decesso, la salma è stata ricomposta nella cella mortuaria dell'ospedale cittadino. L'uomo si era da poco sottoposto alle visite mediche per il rinnovo del porto d'armi. Siciliano d'origine, aveva lavorato come capo villaggio in strutture turistiche in Africa, per questo a Jesolo lo conoscevano con l'appellativo di "Savana". Da 27 anni lavorava per Berton, con cui si era instaurato un rapporto amichevole, divenuto fraterno. «Raffaele era una persona meravigliosa, straordinaria», ricorda commosso, Berton. «Era molto attaccato alle sue origini, era sempre disponibile, sempre con il sorriso, sempre con una parola buona per tutti. Era diventato di famiglia e, durante l'inverno, capitava seguisse mio papà in qualche mercatino. Mi ha sempre sostenuto con le sue parole, il suo modo di sdrammatizzare, anche nei momenti più difficili».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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