​Zanetti: «Ecco perché ho rifiutato la poltrona»

Venerdì 30 Dicembre 2016 di Paolo Navarro Dina
Enrico Zanetti
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Il premier Paolo Gentiloni gli ha riconosciuto coerenza. E lui ne va fiero. Ne ha fatto una questione di stima reciproca. Enrico Zanetti, parlamentare veneziano di Ala-Scelta Civica ha preso una decisione inusuale in un mondo politico che tende all'«autoconservazione»: ha rinunciato ad un posto di viceministro. Non è affare per tutte le stagioni. 

Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha riconosciuto la bontà della sua posizione. Insomma, onore delle armi.
«Il premier è stato cortese e lo ringrazio. Ha riconosciuto e rispettato la mia decisione che è nata e vissuta come segretario politico di Scelta Civica. Si sta commettendo un errore politico legato alla scelta di confermare un governo nel solo perimetro della maggioranza. E questo non è per me accettabile».

E addio al posto di viceministro.
«Un governo che si configura solo senza Renzi, che ha ripresentato praticamente tutti gli stessi sottosegretari, può tranquillamente fare a meno anche di uno Zanetti...».

Un errore di prospettiva e di concetto per Palazzo Chigi?
«Perchè il 4 dicembre scorso con la sconfitta al referendum costituzionali abbiamo ricevuto un messaggio chiaro. Ma il rischio ora, ripresentando un governo fotocopia come quello di Gentiloni, è che anche coloro che hanno votato sì possano essere disorientati».

E quindi, secondo lei, ora cosa serve?
«Serve un governo che accompagni il Parlamento ad avviare il processo per la nuova legge elettorale che deve essere chiaro, ma non dettato dalla fretta. Il Governo Gentiloni doveva nascere e svilupparsi come governo di transizione, ma in realtà allo stato attuale non è così».

Insomma, sarebbe stato meglio un governo di solidarietà nazionale...
«Sarebbe stato molto meglio. Avremmo dato un segnale chiaro e, pur riconoscendo i meriti del Governo precedente, malgrado alcuni sbagli, avremmo dato anche un senso di discontinuità».

Schiena eretta.
«Sono un ragazzo fortunato. Ho fatto il viceministro, ma sono anche in grado di rifiutarlo giusto oggi che contesto una compagine fotocopia come quella di Gentiloni».

E in Parlamento?
«Saremo coerenti ma nessuna fiducia in bianco. Valuteremo atto per atto. Senza dare materiale all'antipolitica. Questo è chiaro. Ma allo stesso tempo nessuna sfiducia a priori».

Ora tutto si misurerà sul campo.
«Gentiloni ha una maggioranza ampia alla Camera. Più risicata al Senato. Incontrerà presto delle difficoltà come sarà più difficile far cogliere ai cittadini il cambiamento. Come si fa a spiegare che si tratta di un Renzi bis senza Renzi? ».
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